Su tutte le reti televisive imperversa l’uomo di Rignano a propagandare il suo referendum: lo fa distribuendo mange e mangette a pensionati e agricoltori, a giovani diciottenni e industriali.
Contemporaneamente si vedono i primi effetti veri del Job Act: 31 % in più di licenziati per “giusta causa”, riduzione delle assunzioni una volta ridottisi gli sgravi fiscali. I poveri del paese superano secondo la Caritas i 4 milioni e il numero tende ad aumentare. Intanto il governo da una parte vara l’ ”Ape-truffa” ovvero come indebitarsi per 20 anni per andare in pensione con un assegno ridotto; con l’altra mano il Governo da una mancia ai pensionati, aumentando la quattordicesima e la platea di quelli che ne hanno
diritto. Intanto i vaucer impazzano e contribuiscono a precarizzare sempre di più il lavoro. Il cazzaro di Rignano fa sfoggio di demagogia annunziando la soppressione di Equitalia, senza specificare che comunque qualcuno le tasse dovrà riscuoterle ne spiegare come si farà con le tante agenzie private che hanno l’appalto per la riscossone. Per intanto vara un condono per gli evasori, mascherandolo con due parole inglesi “voluntary disclosure”, cercando così di non far capire a quelli che pagano regolarmente le tasse che sono degli sfigati che non hanno capito come si vive.
Il mantra che viene recitato in tutte le occasioni è che tutto ciò si ottiene votando si alla riforma costituzionale e che grazie alle innovazioni Boschi-Verdini un nuovo radioso futuro attende il Paese.
L’ennesima truffa viene consumata sugli spazi televisivi sostenendo che va bene concedere pari spazi al si e al no, ma che la legge finanziaria e i provvedimenti ad essa connessa sono altra cosa e che quindi sono fuori del “pacchetto referendum”. Il rignanese non dice che la Costituzione viene trasformata rafforzando l’esecutivo e che questo avviene indipendentemente dalla legge elettorale e che la riforma rimette in discussione l’equilibrio dei poteri consegnando alla maggioranza molto relativa di un partito tutto il potere per la durata della legislatura.
Grazie ai suoi legami internazionali il rignanese raccatta il sostegno dei leader internazionali, da ultimo il Presidente USA e vaticina il disastro e la bancarotta in caso di vittoria del no. Accanto a lui lavorano i poteri forti, le associazioni confindustriali, le Banche, il capitale finanziario internazionale, interessati a approfittare della fase storica e delle grandi difficoltà che i lavoratori attraversano, per eliminare ogni più piccola protezione istituzionale ai loro diritti, attraverso la riforma della Costituzione.
Bisogna dire chiaro è forte che, al di la dei rilievi sulle singole norme, questa riforma toglie ogni carattere di consociativo positivo all’ordinamento, privando le minoranze di qualsiasi strumento di opposizione alla dittatura della maggioranza: una maggioranza peraltro drogata attraverso le leggi elettorali che consentono a un piccolo gruppo di pilotare l’elezione dei Parlamentari attraverso leggi maggioritarie di rappresentanza, si
ipoteca la formazione degli organismi di garanzia, eliminando il bilanciamento dei poteri, In nome di questo dirigismo si schiacciano i bisogni emergenti dal territorio, le rappresentanze, il diritto alla contrattazione delle formazioni sociali e quindi si violano gli articoli 1, 2 e 3 della Costituzione in quanto non è più vero che il potere appartiene al popolo composto da coloro che lavorano (neanche formalmente), i corpi intermedi non hanno più alcun potere di rappresentanza e ogni possibilità di uguaglianza viene preclusa anche per il futuro, con il risultato che a essere in pericolo è la libertà.
Altro che intangibilità della prima parte della Costituzione ! Queste modifiche stravolgono in modo profondo e radicale l’impostazione di fondo del quadro costituzionale.
C’è n’è abbastanza per dire NO
La Redazione