serie II, n. 11, marzo 2011
Tasse – Strano paese l’Italia! Il Ministero delle Finanze ha diffuso i dati delle tassazioni del 2010. Il gettito complessivo è cresciuto dell’1,6% (ma il deficit è aumentato, nonostante la massiccia dose di tagli voluti dal Ministro più amato dalle opposizioni e dalla Lega). Però, mistero tra i misteri, i ricchi sono diminuiti, cioè è calato il numero di coloro che dichiarano un reddito annuo superiore ai 70.000 €; se ne dovrebbe dedurre che la crisi morde in alto! Ancora più straordinario è il fatto che tra i plutocrati la grossa maggioranza siano dipendenti, cioè coloro che hanno maggiore difficoltà ad occultare i propri redditi. C’è di che meditare.
Expo 2015 – Con sorriso arguto, uno dei suoi migliori, il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, qualche tempo fa ha invitato un giornalista che gli poneva una domanda molesta (sulla presenza nel listino elettorale bloccato della Minetti) di “lombardizzarsi”. A pare l’orrore del termine, speriamo che il giornalista non abbia seguito il consiglio. Il decano dei governatori italiani intendeva far riferimento alla famosa efficienza e concretezza del popolo lombardo, ma le vicende dell’Expo, che dovrebbe tenersi a Milano nel prossimo 2015, non avvalorano certo questa fama che appare usurpata. Come si sa, Milano ottenne la nomina ad ospitare la manifestazione nel 2008, durante il governo Prodi. L’assegnazione venne salutata come una grande occasione ed un premio per la laboriosità delle genti padane. A metà del guado nulla fila liscio. Non è stato ancora trovato l’accordo sui terreni dove dovranno essere ospitati i padiglioni, o meglio l’accordo non è stato ancora perfezionato e non lo sarà almeno fino a giugno; e per far partire i lavori in tempo utile le pratiche avrebbero dovuto essere tutte a posto già dall’11 marzo, termine ultimo. Dietro tutto ciò c’è una lotta intestina al Pdl tra il sunnominato supergovernatore e la lady di ferro sindaco di Milano, Letizia Moratti. A ciò si deve aggiungere che gli Enti pubblici che dovevano sovvenzionare la Società costituita (Expo 2015 Spa), sono in difficoltà finanziaria, grazie ai tagli dei trasferimenti statali, e quindi la Società stessa è in affanno e pensa di ricorrere ai
privati per realizzare la manifestazione. Il tutto sotto gli occhi commiseranti della comunità internazionale (Cfr. MATTEO PREOSCHI, in Il Sole 24 ore, domenica 13 marzo 2011, a. 147, n° 69, p.19).
Nucleare – Giocare sull’allarmismo può essere utile elettoralmente, ma non aiuta nessuno a ragionare. La nostra opposizione all’uso civile dell’energia nucleare ha sempre avuto ragioni diverse dalla sicurezza. Resta il fatto che sempre nuovi accadimenti dimostrano quanto proprio la sicurezza sia uno dei talloni d’Achille
principali delle centrali nucleari. È veramente patetico il tentativo, oggi di fronte al disastro nipponico la cui vera entità diverrà nota forse tra molto tempo (a riprova della totale assenza di trasparenza della lobby nucleare), penoso ed infantile il tentativo di giustificare l’accaduto da parte dei nuclearisti prezzolati: le centrali erano vecchie! (Cfr. JACOPO GILIBERTO, in Il Sole 24 ore, domenica 13 marzo 2011, a. 147, n° 69, p. 2). Prima di tutto quanto fu affermato in malafede su Chernobyl, e cioè che un tale incidente non avrebbe mai potuto verificarsi nelle centrali di progettazione occidentale, non può essere esteso al Giappone, fino a poco tempo fa considerato un paese simbolo dell’efficienza nucleare, nonostante i numerosi incidenti che hanno caratterizzato la sua storia e il silenzio omertoso che li ha coperti. Ma poi il problema è un altro.
L’esorbitante esposizione di capitali che è necessaria per costruire le centrali ad uranio induce a prolungarne la vita oltre il limite previsto ed auspicabile; ed è per questo che dei circa 400 reattori in funzione nel mondo una grande quantità sono di vecchia costruzione, tant’è che l’età media supera i 20 anni ed un reattore non dovrebbe vivere più di trenta anni.. Sia detto per inciso, uno dei paesi con i reattori da più tempo in
anzianità di servizio sono gli USA, dove non si costruisce più una centrale da un ventennio. Recentemente una forte ondata di proteste ha scosso la Germania, dove il governo Merkel ha deciso di prolungare la vita d’esercizio delle centrali giunte al limite della pensione, e solo il disastro del Giappone ha condotto l’esecutivo a più miti consigli. I cavalli di battaglia, si fa per dire, dei promotori nostrani dell’energia nucleare sono due.
La diversificazione delle fonti energetiche per diminuire la dipendenza dall’estero e il miraggio dei reattori di IV generazione, intrinsecamente sicuri. Il primo è un argomento molto debole. I conti sono presto fatti. L’Italia ha firmato un contratto con la Francia per acquistare quattro Epr da 1.600MW cadauno. Al mondo, al momento attuale, esiste un solo Epr in costruzione, in Finlandia ed i tempi di consegna sono già slittati di alcuni anni e non si vede ancora il termine dei lavori. Supponiamo che il nostro paese sia efficiente quanto la Finlandia e che quindi fra quindici anni i quattro reattori siano in attività. Forniranno 6.400 MW di energia elettrica corrispondenti a circa il 6% del fabbisogno; ma poiché il consumo elettrico è inferiore al 20% dei consumi energetici totali i quattro Epr contribuiranno a comprimere il nostro fabbisogno energetico di altre
fonti di poco più dell’1%. Un risultato mirabolante. Che però va messo in relazione con quanto sta succedendo sotto i nostri occhi per i finanziamenti per le fonti rinnovabili.
La new entry al ministero dello Sviluppo, si noti dello “Sviluppo”, sta tagliando gli incentivi a quelle fonti; ciò contribuisce a deprimere uno dei pochi settori attualmente in fase di crescita e in grado di sviluppare innovazione e tecnologia per i mercati avanzati del mondo. In altri termini si assesta un colpo esiziale ad un settore di punta, che offre lavoro a maestranze in crescita e professionalmente preparate, per acquistare sistemi
di produzione di energia chiavi in mano dall’estero. Ma veniamo alla centrali intrinsecamente sicure. Una considerazione metodologica: un sistema più diviene complesso, più è a rischio di instabilità; l’incidente di Three Mile Island negli Stati Uniti molto più simile a quello di Fukushima di quanto non lo sia quello di Chernobyl, stava per giungere all’irreparabile per il malfunzionamento della strumentazione e fu solo
l’intervento intuitivo di un tecnico che permise di risolvere la situazione. Le famose centrali di nuova generazione, poi, non saranno pronte, se tutto va secondo le migliori previsioni, nel 2040 e quindi non sono al momento disponibili. Quindi intervengono i tempi di costruzione.
Ma ancora una volta occorre esaminare il problema. Le centrali vengono progettate per resistere a terremoti di magnitudo 7 della scala Richter; quello giapponese è stato di magnitudo 9, cioè 1000 volte più potente! È possibile progettare reattori che resistano a tale violenza? E se sì, a quali costi aggiuntivi? Già così le centrali nucleari non sono economicamente competitive, checché favoleggino i loro sostenitori; tanto è vero che
negli Stati Uniti, dove la produzione di energia elettrica è privatizzata, nessun nuovo reattore è stato ordinato da molti anni a questa parte. I paesi dove ancora si pensa di investire massicciamente nella produzione di energia elettrica da fonte nucleare sono Russia, Cina India e .. Giappone.
Per informazioni sul programma nucleare italiano è utile: ANGELO BARACCA, L’Italia torna al nucleare?, Jaca Book, Milano 2008.
chiuso il 12 febbraio 2011
saverio