Non pago del genocidio messo in atto a Gaza il leader israeliano Netanyahu e il suo governo hanno deciso di dare corso alla “soluzione finale del problema palestinese” dividendo definitivamente in due il territorio della Cisgiordania, in modo che sia impossibile dar vita ad un’entità statale palestinese. L’Alta Commissione dell’Amministrazione Civile d’Israele ha approvato definitivamente cosiddetto “il piano F1, “il gigantesco progetto edilizio destinato ad unire l’abitato di Gerusalemme Est a Ma’ale Adummim, estendendosi fino alle colline della Valle del Giordano. Se il progetto fosse realizzato un continuum abitativo riservato alla popolazione ebraica si estenderebbe a separare in due il territorio della Cisgiordania.
Per comprendere a pieno cosa ciò significhi occorre sapere che in Israele è fisicamente precluso alla popolazione arabo-palestinese, anche semplicemente attraversare i territori occupati e/o abitati da ebrei. Questa separazione, quest’apartheid, viene realizzata attraverso la costruzione di strade e percorsi riservati, divieti territoriali, impedimenti fisici, che consentono di mantenere separate le due popolazioni. E quando questo non basta, intervengono i coloni armati, con assalti, omicidi, distruzione di case, invasione di proprietà, e condotti con il sostegno dell’esercito israeliano che restano totalmente impuniti, nei confronti della popolazione palestinese, per imporre il rispetto del divieto. Il nuovo insediamento edilizio, si inserirebbe su un territorio che ora appare assolato e desertificato dalla sistematica distruzione di quanto fino a ieri vi esisteva.
In questi 12 km quadrati che Israele avrebbe dovuto restituire all’autorità palestinese già nel 1999, dopo gli accordi di Oslo, verranno realizzate 3 412 Unità abitative che andranno ad occupare così la cosiddetta area C, lasciando spazio per ulteriori infrastrutture che completeranno urbanisticamente l’opera dotandola di tutti i servizi necessari.
Il piano d’insediamento oltre ad avere il sostegno della componente sionista integralista ha avuto il via libera dell’immobiliarista Trump, mentre all’aeroporto di Tel Aviv si susseguono gli arrivi di giovani criminali sionisti, reclutati sopratutto in Canada e negli Stati Uniti, destinati a colonizzare ulteriormente l’area, Costoro sono finanziati dalle
associazioni ebraiche integraliste e sioniste, operanti in tutto il mondo, che continuano a convogliare e incanalare risorse umane e sopratutto economiche per realizzare i confini della cosiddetta Grande Israele, quella di dimensioni bibliche il cui territorio si estenda senza soluzione di continuità dalle rive del Giordano al mare.
Inutili le proteste dell’autorità di Ramallah e dei pusillanimi governanti dell’Ue che a parole chiedono a Tel Aviv di rinunciare al progetto, ma che si guardano bene dall’emettere qualsiasi tipo di sanzione nei confronti dello Stato di Israele. Apparentemente la strage in corso a Gaza ha spinto alcuni di loro ad ipotizzare un riconoscimento dello Stato della Palestina che per altro da anni più di 140 paesi aderenti alle Nazioni Unite hanno riconosciuto. Restano buon ultimi la gran parte dei paesi occidentali che, credendosi l’ombelico del mondo, si ritengono essenziali all’efficacia di tale riconoscimento, malgrado che siano essi la causa prima del problema palestinese, avendo contribuito ad insediare gli israeliani in Palestina per pulirsi la coscienza per l’aver praticato l’antisemitismo, sostenuto e consentito l’olocausto.
Intanto si preparano ore decisive per Gaza. Malgrado le grandi manifestazioni di dissenso nei confronti della politica del governo, a fronte della mobilitazione dei riservisti per la soluzione finale di Gaza 60.000 cartoline precetto raggiungono gli israeliani. È previsto che la definitiva occupazione di Gaza City richiederà la mobilitazione di 130.000 riservisti e non terminerà prima di febbraio 2026. Migliaia di morti, donne e bambini, giovani e vecchi, falcidiati dalla denutrizione, dalla fame e dalle malattie, oltre che dalle pallottole, si aggiungeranno al genocidio finora messo in atto.
Errori di guerra e vigliacchi di pace.
Se appare quantomeno osceno che sia Netanyahu che Trump si dichiarino eroi di guerra, a fronte della vigliaccheria costituita dal perpetrare il genocidio di popolazioni inermi per pura ritorsione e vendetta, se possibile, ancora più riprovevole appare il comportamento di sionisti provenienti da tutto il mondo che si recano in Israele, con
l’intento di colonizzare i territori sottratti ai palestinesi. Questa feccia di individui, costituiscono i rifiuti, gli scarti di umanità, purtroppo esistenti, prodotto degenerato del genere umano. In quanto sostenitori, portatori e propagandisti di un nazionalismo a carattere religioso, xenofobo, etnico, linguistico e razzista, vanno combattuti con ogni mezzo, perché sostenitori di un antisemitismo rovesciato; va data loro anche individualmente la caccia, provvedendo a rieducarli, con i metodi più violenti e decisi, perché con la loro stessa esistenza essi offendono il sacrificio di tutti coloro che sono stati vittime di un tal tipo di nazionalismo, primi fra tutti gli ebrei della Shoah.
Nei confronti di costoro la società civile deve varare delle sanzioni eterne, rifiutandosi di acquistare ogni cosa ogni prodotto che venga da qui luoghi, precludendo loro ogni relazione umana, ogni commercio, ogni rapporto economico, ogni rapporto culturale, ogni gesto di solidarietà, in eterno nei loro confronti e, biblicamente, per 7 generazioni, perché sappiano, capiscano, introiettino, la profondità e lo spessore del loro crimine, il nostro disprezzo e ne subiscano dolorosamente le conseguenze, attraverso l’espulsione dal contesto sociale e umano.
La Redazione