Cosa c’è di nuovo – Il premio ignobile

Il Comitato Norvegese per il Nobel, nominato dal Parlamento norvegese, ha assegnato il 10 ottobre 2005 il Premio Nobel per la Pace alla signora María Corina Machado Parisca, nata a Caracas il 1967, politica venezuelana, deputata dell’Assemblea nazionale de Venezuela dal 2011 al 2014, fondatrice del movimento politico Vente Venezuela, co-fondatrice della ONG Sùmate. Suo padre, Henrique Machado Zuloaga, un uomo d’affari, erede di una famiglia che ha fondato la compagnia elettrica Electricidad de Caracas e le aziende siderurgiche Sivensa ed è stato il più grande produttore privato di acciaio del Venezuela) e Sidetur, ex filiale di Sivensa,
nazionalizzate nel 2010 dal defunto Presidente Chávez.
Ha frequentato una scuola cattolica d’élite per ragazze a Caracas e un collegio a Wellesley, nel Massachusett. Di formazione statunitense è laureata in ingegneria industriale presso l’Università Cattolica Andrés Bello e un master in finanza presso l’Instituto de Estudios Superiores de Administración (IESA, business school) di Caracas. Ha fatto anche parte del World Fellows Program della Yale University nel 2009; ha partecipato al Colpo di Stato 2002 in Venezuela.
Alle elezioni parlamentari del 2011 è risultata eletta con più alto numero di voti nella storia di questa istituzione. Il 21 marzo 2014, perde lo status di deputato per aver accettato di fare il rappresentante di Panama presso l’Organizzazione degli Stati Americani, per violazione degli articoli 149 e 191 della Costituzione che riguardano le incompatibilità dei funzionari pubblici e stabilendo che non possono accettare cariche, onorificenze o ricompense da governi stranieri senza l’autorizzazione dell’Assemblea Nazionale. È stata candidata alla presidenza alle primarie dell’opposizione del 2012, raggiungendo il terzo posto con il 3,7% dei voti.
Candidata alla presidenza per “Vente Venezuela”, alle primarie della Piattaforma Unitaria per scegliere il candidato dell’opposizione nel 2023, è stata inabilitata politicamente per quindici anni dal Controllore Generale della Repubblica che l’accusa di frode fiscale e di sostenere le sanzioni economiche, imposte dagli Stati Uniti al
Venezuela recentemente, quale donna di pace, ha sostenuto la necessità di un intervento militare per rovesciare Maduro.
Machado ha firmato, assieme a Jair Bolsonaro, Javier Milei e Giorgia Meloni e altri esponenti governativi di diversi paesi, la Carta di Madrid lanciata nel 2020 dal partito spagnolo Vox per riunire la destra radicale spagnola e sud americana contro il narco-comunismo.
Sostiene il «diritto di Israele difendersi» durante la guerra di Gazza (2023…) e afferma che il terrorismo deve essere sconfitto a qualsiasi costo. Ha stretti legami con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Il suo partito, “Vente Venezuela”, ha firmato un patto di collaborazione con il Likud.
Pur se a conoscenza di tutto questo il Presidente del Comitato del premio Nobel Jørgen Watne Frydnes, un attivista norvegese per i diritti umani, attuale presidente del premio Nobel norvegese, ha così motivato l’assegnazione del premio: “Come leader del movimento democratico in Venezuela, María Corina Machado è uno dei più straordinari esempi di coraggio civile in America Latina negli ultimi tempi. La signora Machado è stata una figura chiave e unificante di un’opposizione politica che un tempo era profondamente divisa. Un’opposizione che ha trovato un terreno comune nella richiesta di elezioni libere e di governo rappresentativo”, […] “Negli ultimi dodici mesi, Machado è stata costretta a vivere nascosta. Nonostante le gravi minacce alla sua vita, è rimasta nel Paese sudamericano, una scelta che ha ispirato milioni di persone. Quando gli autoritari prendono il potere, è fondamentale riconoscere i coraggiosi difensori della libertà che si alzano e resistono”. Filmati mostrano comizi della Machado in occasione delle elezioni del 2023.
Giustamente Trump è rimasto deluso per la scelta ma poi ha ringraziato i norvegesi pensando che ora se aggredisce il Venezuela per impossessarsi del suo petrolio lo fa per accogliere l’appello di un premio Nobel per la pace. Perciò ha schierato le navi d’avanti alle coste venezuelane, ha fatto fuori alcune barche senza ispezionarle sostenendo che si trattava di narcotrafficanti quando nessun organismo internazionale, ONU compreso, ritengono che questi operino in Venezuela; organizza esercitazioni militari di fatto occupando Trinidad e Tobago, paese confinante con il Venezuela.