Nell’informazione sulla politica internazionale e in particolare sulle vicende che riguardano la guerra d’Ucraina e quella mediorientale, ricoprono un ruolo importante – tra i tanti esperti spacciati come neutrali ed oggettivi nelle analisi – due “oche giulive” che con cadenza ricorrente, compaiono sulle diverse reti televisive e la fanno da padrone nel mainstream dell’informazione del nostro paese. Ci riferiamo alla direttrice di un noto istituto di studi politici che pur presentandosi come un ente scientifico e di ricerca è in realtà uno strumento di propaganda dell’occidente atlantista più ortodosso e fazioso e a un’altra ricercatrice dello stesso istituto che è anche membro della European Leadership Network (ELN), particolarmente violenta e faziosa nell’esternare il
suo odio.
Tra i tanti esperti che vengono utilizzati la nostra attenzione si concentra su costoro per due motivi: il primo esse tendono a rappresentarsi come portatrici di analisi oggettive, scientifiche, supportate dalla conoscenza e dallo studio dei fatti e delle vicende della politica internazionale, come “esperte”, ma sviluppano un’analisi estremamente di parte, senza dichiararlo, anzi facendo di tutto per presentare le loro argomentazioni e conclusioni come oggettive.
La loro appartenenza al genere femminile viene utilizzata, da loro e da chi se ne serve, per veicolare contenuti particolarmente faziosi e violenti, presentati sotto un aspetto di buon senso e di ragionevolezza, che apparterrebbe alla logica e alle opinioni equilibrate delle buone madri di famiglia, e ciò al fine di rendere credibile e oggettive le affermazioni sostenute.
Non abbiamo nulla in contrario, ovviamente, che esperti di diverso segno politico portino le loro analisi all’attenzione dell’opinione pubblica – convinti come siamo che la conoscenza scaturisca dal confronto di opinioni – ma quando le loro posizioni sono di parte e preconcette, ancorchè non dichiarate come tali, questi sedicenti analisti
farebbero bene a non dirsi neutrali, scienziate della politica, farebbero bene a dichiarare la loro posizione di parte, anche quando peraltro le affermazioni che fanno, le tesi che sostengono lo sono palesemente.
Il fatto è che costoro si sono attribuite il ruolo delle oche del Campidoglio che, intravedendo ed avvertendo l’arrivo del nemico, starnazzano, in modo da dare l’allarme per indurre quelli che esse ritengono gli assaliti a reagire: sono oche inserite in un’ottica di guerra che svolgono un ruolo preciso e prezzolato per conto della propaganda di guerra dell’area politica alla quale appartengono.
Il fatto è che l’esistenza reale del nemico è tutta da dimostrare perché va spiegato come e perché la Russia, paese con un territorio sterminato, ricchissimo di materie prime, povero di popolazione, 150 milioni di abitanti scarsi, dovrebbe invadere l’Europa con una popolazione di ben 450 milioni di abitanti da dominare ma privi di risorse energetiche e di materie prime e quindi da sostenere.
Incapace di spiegare questa contraddizione le brillanti analiste ben si guardano dal porre il problema e dal tentare di dare una risposta minimamente razionale, ma si impegnano con la complicità di un battaglione di commilitoni, uomini e donne giornalisti a loro volta di parte, a fornire un’informazione orientata a condizionare l’opinione pubblica, per definizione costituita da una massa informe di imbecilli che si lascerebbero orientare e dirigere verso gli obiettivi più abietti e irrazionali da individui annidati sulle colonne della Stampa o del Corriere della Sera come della Repubblica.
Se queste oche e i loro sodali sono così preoccupati delle sorti dei popoli europei e della loro libertà è bene che siano coerenti: sì armino e partano per il fronte, pronti a scendere in trincea a difesa dell’amata Ucraina e del suo regime illiberale, oligarchico e corrotto al pari di quello russo o dei criminali neonazisti-sionisti sterminatori dei
palestinesi.
Troppo comodo restare nelle retrovie e incitare gli altri a prendere le armi, a scendere in campo a combattere, mettendo a repentaglio la propria vita per la difesa dei cosiddetti valori dell’occidente, una minestra riscaldata, indigesta e indigeribile, da somministrare ai gonzi per mascherare una politica di dominio dei popoli.