Dal 1 gennaio 2026 New York sarà governata da un Sindaco che si definisce socialista, è di cultura e religione musulmana: Zohran Mamdani, 34 anni, il più giovane da molti anni eletto a questo incarico, ha infatti trionfato nelle elezioni comunali, diventando Sindaco della città nella quale abita la popolazione ebraica più numerosa del mondo, New York City.
Da un’indagine sul voto risulta che a votarlo sono stati soprattutto gli elettori al di sotto dei 40 anni e che alle elezioni hanno partecipato il doppio di quelle precedenti. Questa scelta rappresenta una svolta storica per gli Stati Uniti e per la città considerato che Mamdani è nato in Uganda da padre ugandese madre indiana, è dunque un immigrato che ha sbaragliato l’ex governatore democratico di New York, Andrew Cuomo – forse proprio perché questi aveva ricevuto l’endorsement anche del presidente americano Donald Trump e da Elon Musk – nonché il candidato repubblicano Curtis Sliwa. La vittoria è stata facilitata dalla crisi del partito democratico incapace di trovare candidati credibili da contrapporre alla retorica populista di Trump e perciò rappresenta una sconfitta non solo per i repubblicani ma anche per quei democratici che rappresentano una copia conforme dei tradizionali repubblicani, mentre non ha trovato spazio la
propaganda del Vicepresidente Vance che puntava ad ottenere il consenso dei bianchi poveri oggi divenuti una minoranza nella città cosmopolita di New York, segno che la comune povertà, il comune di saggio sociale, permette di superare il pregiudizio e la differenza razziale, il colore della pelle, la struttura in clan linguistici e nazionali delle comunità migranti, struttura della società Tradizionale USA.
C’è da dire che il neoeletto non è un pervenu, in quanto appartiene come nascita all’élite culturale con madre regista, padre professore universitario, moglie esperta di marketing e organizzatrice della sua campagna elettorale per le sue competenze nelle tecniche di comunicazione. Grazie a queste entrature Mamdani ha potuto ottenere il sostegno, anche se in modo informale, di personalità come Barack Obama e figure di spicco come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez.
Alle modalità di propaganda e alle proposte concrete ci ha pensato lui incentrando la campagna elettorale sulla sostenibilità economica per i residenti della città. Il programma include misure ambiziose come gli autobus gratuiti, i supermercati comunali, gli affitti calmierati e l’aumento delle tasse per i cittadini più ricchi. che gli ha consentito di prospettare per gli abitanti della città una «nuova era» di trasformazione politica, di speranza nel futuro, sottolineando che New York diversa, è profondamente multietnica e si è impegnato a difendere tutti i cittadini, condannando l’antisemitismo
e l’uso strumentale della discriminazione.
Ha concluso il suo discorso affermando: «Per tutto il tempo che ricordiamo, i ricchi e i benestanti hanno sempre detto ai lavoratori di New York che il potere non appartiene alle loro mani… Avevate osato puntare su qualcosa di più grande. Stasera, contro ogni previsione, l’abbiamo raggiunto. Il futuro è nelle nostre mani».
«In questo momento di oscurità politica, New York sarà la luce».
La campagna elettorale di Mamdani
Ma come ha fatto a Mamdani a portare al voto tanta gente e soprattutto i giovani. Per capirlo bisogna guardare ai suoi metodi di propaganda politica che risiedono soprattutto nell’azione in prima persona e nella partecipazione con il proprio corpo alle iniziative di lotta. Mamdani ha sviluppato la sua la sua propaganda elettorale per più di un anno, partecipando alle lotte dei cittadini di New York, come ad esempio a quella dei tassisti, digiunando con loro, partecipando
alle loro manifestazioni venendo fermato dalla polizia, affrontando il disagio di notti all’addiaccio: infatti è amatissimo dai tassisti. Si è posto i problemi più minuti come quello della ristorazione di base della comunità musulmana e non solo che mangia cibo halal, cibo divenuto sempre più costoso a causa degli aumenti delle materie prime, incontrollate ed incontrollabili: Mamdani ha promesso a riguardo un intervento e l’elettorato ci ha creduto. Come ha creduto alla promessa di bloccare gli affitti per quattro anni, il tempo del suo mandato, in una città dove il costo delle abitazioni è
diventato impossibile da pagare, anche a chi gode di una buona retribuzione.
Per sostenere la sua campagna elettorale Mamdani ha costruito una coalizione eterogenea formata da giovani nei quartieri centrali come Bushwick e Williamsburg, da immigrati sud asiatici nel Queens, comunità operaie nere e latine nel Bronx e Brooklyn. Questa organizzazione capillare sul territorio gli ha consentito la vittoria in 4 distretti (boroughs) su 5 nei quali è divisa la città di New York. Questa organizzazione capillare si è riverberata sul finanziamento della sua campagna elettorale che è stata sostenuta da piccole donazioni che hanno fatto fronte egregiamente alle grandi donazioni pervenute a Cuomo, suo avversario nelle primarie democratiche che, sconfitto, ha scelto di presentarsi come indipendente con il sostegno di Trump e dei ricchi finanziatori.
Il programma
Mamdani nel suo programma ha promesso il congelamento degli affitti, trasporti pubblici gratuiti e asili nido universali, finanziati da tasse sui ricchi, tutte misure destinate a combattere l’inflazione per una migliore qualità della vita.
Il suo programma elettorale mira a rendere la città accessibile e vivibile considerato che l’affitto medio per un monolocale a New York supera i 3.400$ una prima misura che si impone è quella di porre un tetto agli affitti e di bloccarli per almeno quattro anni, la durata del suo mandato. Questa misura – già adottata in passato dal Sindaco Di riguarda oltre un milione di appartamenti stabilizzati.
Mamdani, per far fronte al costo crescente dei trasporti, ha promesso bus e metropolitana gratis, per un costo stimato che oscilla fra i 630 milioni annui e un miliardo.
Tenuto conto delle difficoltà crescenti delle famiglie il nuovo Sindaco ha promesso asili nido universali gratuiti e la creazione di un Dipartimento di Sicurezza Comunitaria per inviare operatori sanitari mentali invece di polizia per affrontare le situazioni di emergenze e intervenire sul disagio sociale.
Facendosi carico del crescente costo della vita e della crescita dell’inflazione il Sindaco ha promesso di aprire almeno 5 supermercati Comunali che vendano cibo ai prezzi dell’ingrosso per fare da calmiere al mercato alimentare. Si ripropone di portare il salario minimo a 30 dollari l’ora entro il 2030.
Per finanziare il suo programma si ripropone di tassare del 2% i redditi oltre 1 milione e dell’11,5% le corporation, generando 9 miliardi, secondo una stima che fa Bloomberg.
Mamdani non è uno sprovveduto né uno stupido: sa bene di non avere tutti i poteri necessari per attuare il suo programma ma ha messo a punto una strategia che è un insieme di strumenti di cui dispone e strategia politica.
Per quanto riguarda il controllo degli affitti Mamdani conta di fare pressione sul Rent Guidelines Board, affinché blocchi i prezzi per le unità con affitto calmierato l’anno prossimo forte del fatto che è il Sindaco che nomina tutti e nove i membri di questo Board, che decide gli adeguamenti annuali degli appartamenti a canone calmierato. Inoltre è ancora lui che nomina la maggioranza dei membri della Commissione per la pianificazione della città di New York, dandogli la competenza su questioni come la politica e gli sviluppi dell’uso del suolo.
Per quanto riguarda la gratuità dei trasporti Mamdani potrebbe avere delle difficoltà poiché applicando la stessa strategia di influire attraverso un organismo di gestione si scontra con il fatto che il Municipio ha una minoranza di voti nel Consiglio di amministrazione della Metropolitan Transport Authority, difficoltà che conta di superare con risorse provenienti dalle tasse riscosse.
Per quanto riguarda la promessa di garantire asili e scuole materne pubbliche per i bambini sotto i 6 anni il progetto dovrebbe essere finanziato soprattutto con tasse sugli ultra ricchi.
Per raggiungere questo scopo Zobran Mamdani vorrebbe, come si è detto, aumentare l’aliquota dell’imposta sulle società per allinearla all’11,5% del New Jersey. Questa misura, da sola, potrebbe portare 5 miliardi di dollari, mentre quella sulle persone che guadagnano più di 1 milione di dollari verrà tassata con un’imposta sul reddito extra del 2%, e secondo le sue stime genererà 4 miliardi di dollari.
Mamdani sa bene che lo Stato di New York ha il diritto di veto sulle modifiche fiscali adottate dal Sindaco e che la governatrice democratica di centro Kathy Hochul, in corsa per la rielezione il prossimo anno, ha già escluso di tassare i ricchi. Ma proprio su questo punto Mamdani è disposto ad ingaggiare una battaglia senza quartiere che è insieme politica verso il partito repubblicano, ma ancor più è diretta a colpire quei democratici pavidi che pensano, attraverso un programma moderato, di poter catturare con e mantenere i consensi della classe media e battere i repubblicani. Detto in
altri termini Mamdani, da buon socialista, pensa che si vinca facendo una politica di sinistra e non di centro.
I nemici
Ciò detto ben sì comprende che siano partite le minacce di Trump di privare New York di ogni finanziamento, di farlo arrestare qualora persista nel dichiarare che farà arrestare Netanyahu nel caso venga a New York. Addirittura è giunto a minacciarlo di espulsione dal paese nel caso in cui si opponga alla politica di Trump di persecuzione dei migranti e questo anche se il Sindaco è cittadino americano giunto nel paese a 7 anni. In risposta Mamdani ha lanciato una sfida al Presidente nel discorso di accettazione della carica, dicendo che New York è una città di migranti, che vive sui migranti, che è stata costruita dai migranti, che è abitata da migranti e lo rimarrà. Trump, da parte sua, ha preso atto della popolarità e dell’abilità di Mamdani per riceverlo alla Casa Bianca e concordare con lui una sorta di armistizio.
Malgrado queste aperture, la stampa del mainstream ha sottolineato, insieme al Presidente Trump, che la risposta dei ricchi ultra milionari newyorkesi sarà quella di abbandonare la città, come già hanno fatto alcuni di loro e che quindi New York si troverà priva del sostegno dei suoi contribuenti più ricchi. Questa minaccia è solo parzialmente reale perché New York ospita Wall Street, insostituibile centro finanziario e di affari, e quindi il “fascino” della città indurrà moltissimi a restare. Inoltre, è bene ricordarlo, Mamdani pur essendo un socialista, non è estraneo all’élite newyorkese, tanto da essere stato visto in compagnia del figlio di Soros. Tuttavia anche i democratici lo temono, prova ne sia che Obama si è offerto di aiutarlo per condizionarlo. Le sue reali intenzioni si chiariranno se provvederà a cambiare il capo della polizia metropolitana, attualmente sotto il comando della signora Tish che appartiene ad una ricca famiglia ebrea e soprattutto è sionista. È lei la responsabile per il trattamento vergognoso di tutti coloro che protestavano per difendere i diritti dei palestinesi.
I suoi estimatori Italiani riflettano prima di sostenere il nuovo Sindaco perché propensi come sono a guardare al centro, sostanzialmente pavidi e inconsistenti, potrebbero trovarsi a dovere sostenere posizioni incompatibili con la loro vigliaccheria e uil loro trasformismo atavico. Perché Mamdani insegna: si vince a sinistra e non al centro.
G. C.