Cosa c’è di nuovo – Anniversari

Mentre i governi dell’Occidente si stracciano le vesti nell’anniversario dell’11 settembre ricordando gli attentati jihadisti a New York e Washington del 2011 noi preferiamo indirizzare il nostro ricordo va all’11 settembre del 1973 in Cile quando Nixon e Kissinger ordinarono ai colonnelli cileni di assassinare Salvador Allende e un intero popolo. Ognuno ha i suoi anniversari e piange i propri morti.
Noi soffriamo ancora per le migliaia di donne e uomini ammassati nello stadio di Santiago, trasformato in mattatoio di un popolo che sognava una società di liberi ed eguali, della quale fosse garantita a tutti la possibilità di disporre di almeno due pasti al giorno, dove le ricchezze del paese erano state trasformate in proprietà collettiva, dove il popolo sognava una vita migliore e lottava per prendere in mano il proprio destino. Quel sogno venne spezzato dai generali golpisti, pagati dalla Cia che con assassini mirati sovvertirono l’ordine democratico del paese e imposero la dittatura, organizzarono gli squadroni della morte che, percorrendo tutto il paese da nord a sud, uccidevano e torturavano, sventravano le donne in cinte o sottraevano i loro figli appena nati per darli alle famiglie dei militari sterili e sopprimevano le madri.
Noi piangiamo quelli come nostri morti, di cui conosciamo bene nome e cognome degli assassini e sappiamo che mai e poi mai potremmo dimenticare quanto è avvenuto, mai potremo perdonare.
Noi rivendichiamo il diritto all’odio perché quella del Cile costituisce una ferita indelebile nella nostra coscienza, nella nostra memoria, anche se nuovi lutti oggi si aggiungono colpendo chi lotta per le libertà.

IRAN: una lotta di popolo oscurata

Nel mese di settembre un altro anniversario ci colpisce, sollecita il nostro ricordo commosso e ravviva la nostra volontà di lotta, il nostro bisogno di mobilitazione e di solidarietà. Il sacrificio del popolo iraniano, in particolare delle donne, che si battono coraggiosamente per la loro libertà, schiacciate dal fondamentalismo religioso, offese da una dittatura che nega ogni libertà, oppressi dal punto di vista economico da uno Stato teocratico che requisisce il profitto a vantaggio di confraternite religiose e di gruppi economici collusi, che fanno dello sfruttamento della popolazione il loro principale obiettivo, nascondendosi dietro parole d’ordine sostenute da un clero criminale, nemico di ogni libertà.
La nostra solidarietà partecipata ed attiva, il nostro ricordo partecipato, il nostro sostegno va alla lotta costante e continua del popolo curdo che si oppone ad un fondamentalismo religioso altrettanto crudele di quello iraniano che pretende di imporre il proprio dominio ad una società civile, da lungo tempo oppressa, che ha avuto il coraggio di darsi strutture di autogoverno democratiche ed autogestite, partecipate, rispettose della parità di genere, egualitarie nella distribuzione delle ricchezze e dei beni per assicurare a tutti istruzione, assistenza sanitaria, libertà civili, partecipazione alla vita politica e sociale.
La nostra solidarietà – che non ha bisogno di anniversari perché è di ogni giorno – va alle lotte di tutti i popoli che, ovunque, si battono per liberarsi dall’oppressione capitalistica e da coloro che li sfruttano, siano essi singoli individui, multinazionali, corporazioni o Stati, che sottraggono loro le risorse e le libertà, pretendendo che essi vivano e muoiano nella miseria, senza ribellarsi, senza osare migrare, alla disperata
ricerca di un mondo migliore e di un possibile affrancamento dall’oppressione, dalla brutalità, dallo sfruttamento.
A loro dedichiamo la nostra attenzione e il nostro sforzo di analisi e di studio, insieme alla militanza attiva sul posto di lavoro, nella difesa dei diritti e degli interessi di chi lavora, consapevoli che l’informazione e la riflessione critica su quanto avviene intorno a noi è uno strumento di crescita e consapevolezza che ognuno è chiamato a coltivare e perseguire per contribuire all’emancipazione degli sfruttati.
Contro la guerra, ogni guerra, noi combattiamo convinti per l’internazionalismo proletario.

Proletari di tutto il mondo unitevi!