Cosa c’è di nuovo – L’OCCIDENTE IN SALDO

“Non sorridete, gli spari sopra sono per voi”
(Vasco Rossi “Gli spari sopra”)

Da quasi 2 anni la cosiddetta “Comunità internazionale” assiste senza profferire parola ad un evento inedito nella storia recente e, forse, anche in quella meno recente.
Un genocidio realizzato in “tempo reale” alla luce del sole, i cui autori, con una torsione degna dei migliori eredi di Goebbels, non solo non mostrano alcuna umana (anche ipocrita) pietas, non solo rivendicano massacri quotidiani di civili macellati come vitelli (ma con meno umanità), ma si presentano come “vittime”, che devono difendersi da “Hamas”.
Ora un tale capovolgimento della realtà effettuale non era visibile neppure nell’inferno nazista.
Il regime hitleriano aveva tenuto ben nascosto lo sterminio, casomai aizzando con la
propaganda, la popolazione tedesca contro le “razze inferiori” ma mai rivendicando il genocidio. Un genocidio pianificato, organizzato, che coinvolse migliaia di persone, certo. Ma con la consapevolezza che questo atto comportava la distruzione dei ponti di civiltà dietro le spalle e la cui giustificazione sarebbe potuta arrivare solo a guerra vinta.
Qua siamo di fronte invece ad uno sterminio giornaliero che viene non solo rivendicato ma al quale si attribuisce perfino la difesa della “civiltà occidentale”.
E l’occidente, quello dei “valori”, accondiscende. Sta zitto e quindi è d’accordo. I palestinesi sono sotto-umani la cui vita non è degna di essere vissuta. Intellettuali una volta militanti nella c.d. “sinistra” qualcuno anche simpatizzante per le Brigate Rosse e oggi amico dei NAR, professori di “estrema sinistra”, insomma una fetta dei “radicali”di ieri oggi pare fulminata sulla via d’Israele, arrivando a difenderne qualunque azione. Certo si tratta o di una bella giravolta, oppure, il nemico ce l’abbiamo sempre avuto in casa.
Comunità ebraiche che non si sa cosa siano: ambasciate israeliane, sedi del Mossad? Con pochissime eccezioni, tipo Moni Ovadia, prontamente accusato di antisemitismo Anche se ebreo.
Già l’antisemitismo. Non s’è mai visto un utilizzo più vomitevole di una parola che
nell’occidente ha avuto una tragica storia (già, nell’occidente, non nei paesi arabi) e che viene distorto per difendere uno Stato Genocida che con la Shoah nulla ha a che rivedere. Ma è inutile continuare a ragionare con questi criteri. Ci chiamano antisemiti? Bene, accusiamo ricevuta ricordando che oggi gli ebrei sono difesi da quelli che ieri li deportavano nei campi di sterminio. Che il viaggio sia di vostro gradimento, noi coglioni siamo invece figli di quelli che si sono fatti sparare addosso per liberarvi da quei campi.
Ma di quali valori occidentali si va cianciando, ormai? Un occidente che vede decine di migliaia di migranti affogati come cani in mare, muri a difesa del nemico, la partecipazione elettorale ridotta ad un simulacro. Come non vedere che una buona parte del mondo è stanca di questo occidente? E l’occidente ancora crede di giocare al colonialista buono. Da questo punto di vista la presidenza Trump è perlomeno chiarificatrice.
Nelle ultime settimane la musica pare però cambiare. La consapevolezza dello sterminio sta facendo tremare i peli del culo alla classe dirigente occidentale (la più inetta mai vista). Questo non per una qualche forma di pietà o di presa di coscienza, ma perché la storia li condannerà come ha condannato Quisling e Petain. E, forse, potrebbe anche pendere sulla loro testa l’accusa di complicità nel genocidio.
Ma ho la vaga impressione che sia troppo tardi.

(Una comunità che ormai rappresenta una minoranza. Vedi Emmanueal Todd, “La sconfitta dell’occidente”, Fazi, 2024 e Alessandro Colombo, “il suicidio della pace”, Cortina, 2025.