Aprendo la televisione, vedendo quelle immagini, scorrendo un giornale,
leggendo le notizie, ascoltando i commenti, il conato di vomito arriva inevitabile di fronte alla corsa a salire sul carro del vincitore. Da un recente sondaggio emerge che il 2,2 % dell’elettorato lo ha già fatto, in numeri reali più di un milione di leccaculo, per cui il consenso al partito neofascista sarebbe oggi del 28,4 %. Si dirà che è l’effetto novità, è una reazione “naturale” verso ogni Governo, ma resta il fatto che le sceneggiate di questi giorni dicono molto sugli scenari futuri.
Per capire è utile una metafora: possiamo figurativamente rappresentare il Governo come formato da tre polli: uno per la verità è più simile a un tacchino di Natale, che ben rappresenta il potere conquistato dal partito di maggioranza; gli altri due polli sono destinati rispettivamente a Lega e Forza Italia.
La coalizione vincente per ora marcia unita, anche perché ci sono i posti di sottogoverno da spartirsi e nessuno si alza dalla tavola prima di abbuffarsi. Nell’attesa
sono cominciate le grandi manovre: la presidente del consiglio ha due “alleati” di pari
consistenza elettorale, ma di diversa rappresentazione parlamentare: la Lega avendo avuto più candidati di Forza Italia è sovradimensionata e ha molti più eletti. Ne approfitta per impostare una politica autonoma all’interno del Governo, costituisce il” gabinetto di crisi” in un governo di cui fa parte: in pratica un Governo nel governo che ha una propria scaletta di priorità e un proprio programma. Il suo obiettivo è recuperare consensi rispetto agli alleati all’interno di chi ha votato la destra per arrestare la marcia di FdI e infatti il sondaggio la da in crescita (+ 1,2).
Il partito della premier ha come obiettivo mangiarsi Forza Italia (- 1,4%) forte del fatto che per motivi biologici il cavaliere senza cavallo è destinato a miglior vita e senza i suoi soldi la baracca non regge: agli orfani la premier offre una casa comune con l’effetto di riequilibrare i rapporti interni tra nostalgici del ventennio e l’ala almeno un po’ liberal (si fa per dire!). A questa manovra il vecchio di Arcore ha reagito mostrando in cosa consisteva il “ricatto” denunciato dalla premier e lo ha fatto lasciando filtrare e arrivare alla stampa frasi scritte e parole dal sen fuggite sul carattere e le “qualità” della figlioccia avversaria e soprattutto rispolverando affettuosamente il caro Putin. A messaggio inviato, incassato e ricevuto si è messo buono, buono e ha aperto le trattative sui posti di sottogoverno, in difesa dei suoi interessi.
A gustargli da digestione si offre il cosiddetto “terzo polo” che si propone come ruota di scorta della maggioranza in caso di defezioni dei suoi dalla maggioranza.
La rivendicazione del terzo polo
Il sedicente “terzo polo”, locuzione che serve ad esaltare una pattuglia di mentecatti trasformisti, inconsistenti, ma pronti a trasformarsi in plotone di soccorso del governo neofascista in caso di manovre o momentanee defezioni di Forza Italia, combatte duramente per accomodarsi a tavola e strappare il terzo pollo dalle mani di Forza Italia. In buona sostanza alle cosce delle feste di Berlusconi, Calenda e Renzi mostrano di preferire una coscia di pollo a testa da addentare, e non tralasciano occasione per farlo notare. La prospettiva di poter sedere al tavolo gli fa guadagnare nei sondaggi il +0,4%.
L’abitudine di molti a vendersi per un piatto di lenticchie è dura a morire!
La sinistra imbelle e imbecille
La scena politica è tutta assorbita dalla destra che dimostra non solo di aver conquistato il potere ma di saperlo gestire tanto da incorporare in sé l’unica possibile opposizione di Forza Italia e questo perché il partito uscito secondo per numero di voti dalle elezioni, il PD, dal 19% è in caduta libera e si sarebbe attestato per ora al 17% con una perdita secca di due punti in percentuale. E – d’altra parte – un partito senza identità, diviso in mille correnti che si contendono la gestione di una Ditta in liquidazione, gestito da una dirigenza dove il migliore ha la rogna e brilla per imbecillità, ha alla guida un segretario ormai ex, in stato catatonico, che ripete come un mantra “faremo un’opposizione dura”, forse intendendo che un tempo ce lo aveva duro, cosa della quale non frega a nessuno.
Ora annuncia il Congresso per la primavera, senza pensare di andarci con delle tesi programmatiche, senza abbozzare almeno un’analisi della fase, atlantista acritico e sfegatato, antioperaio, antiproletario, nemico dei poveri, guerrafondaio, privo di idee proprie al punto da aderire il 5 novembre a due manifestazioni, quella per la pace indetta a Milano da Calenda e Renzi, pro Ucraina e in realtà guerrafondaia e quella dello stesso giorno a Roma, indetta dalla società civile (con la partecipazione dei 5 stelle), per chiedere trattative di pace tra i belligeranti, mentre i governatori di Puglia e Campania hanno organizzato insieme al sindaco Valenzi una loro manifestazione a Napoli per la pace il 28 ottobre alla quale hanno perso parte in 25 mila (soprattutto studenti), lanciandone un’altra per il 19 novembre.
Intanto per i giovani PD il congresso a marzo è troppo lontano. Non si sentono rappresentati da Letta, Serracchiani e Molinazzo, e non c’è da stupirsene! Vogliono un partito socialdemocratico all’europea e alleanze, se serve con M5stelle e terzo polo. La loro strada sarà molto più lunga e incerta di quanto pensino!!! Tutto questo mentre quello che è ormai il patito della ZtL si vede insidiato l’elettorato dai due mangiatori di coscia di pollo suddetti che si distinguono per spregiudicatezza e trasformismo.
C’è da sperare (e ci sono tutte le premesse) che la vittoria della destra ci regali, finalmente (!), la cancellazione dei cattocomunisti e dei loro squallidi eredi dal panorama politico italiano, condizione essenziale per la rinascita di una sinistra riformista nel paese. Finisce così nello squallore una formazione politica trasformista sedicente di sinistra che ha sposato il neoliberismo più sfrenato privando di ogni difesa il popolo italiano e contribuendo a seppellire i frutti della lotta della Resistenza antifascista per la quale molti suoi militanti in buona fede hanno sperato e dato la vita.
Ancora una volta i sondaggi ci dicono che il M5S, con una crescita dell’1.1%, avrebbe ora il 17.3% dei consensi. Questo è il risultato del fatto che nel panorama attuale il partito, sotto la guida di Conte, pur con le sue mille ambiguità, si presenta come un possibile argine al dilagare dello strapotere del governo neofascista, con maggiore credibilità dell’alleanza Verdi-Sinistra che non casualmente scende al 3.4% (- 0.1%). Per la sua stessa sopravvivenza politica questo partito cercherà di articolare le sue posizioni, facendo proprie parole d’ordine come, difesa del reddito di cittadinanza, aumenti salariali, salario minimo, preparandosi a combattere per una efficace politica sanitaria soprattutto a fronte di un possibile riaccendersi della pandemia, oltre ad impegnarsi nella difesa dei diritti civili, dall’aborto, i diritti delle donne e sulle
politiche di genere.
È perciò che a questo fine i partiti del centro destra intendono costruire un atto di accusa con la costituzione di una commissione di indagine sulla pandemia e le politiche del governo Conte che cerchi di screditarne l’operato.
E la sinistra?
D’avanti all’opposizione di classe si apre una prateria nella quale costruire una alternativa, ma la strada è irta di incognite e di pericoli. Anch’essa deve dotarsi di un’analisi della fase, capire in che direzione si muovono i mercati, i diversi attori internazionali, l’economia in rapporto allo sviluppo e all’innovazione, come far fronte al progressivo deterioramento del clima e dell’ambiente per impostare una strategia credibile ed efficace contro la diseguaglianza e le discriminazioni sociali. Questa strategia a carattere internazionale va poi articolata nel paese costruendo un fronte di lotta in difesa dei bisogni immediati e futuri di ceti e classi subalterni, costruendo alleanze, individuando obiettivi, organizzando con forza iniziative di lotta nelle strade, nelle piazze, sui posti di lavoro, caratterizzate da coesione, solidarietà, curando di promuovere il più largo fronte di lotta (la Francia sia d’esempio). Occorre avere cura che le manifestazioni di piazza, come ogni altra forma di lotta, vengano organizzate mettendo in conto un atteggiamento provocatorio ed aggressivo dei vertici delle forze dell’ordine, come i fatti dell’Università di Roma dimostrano.
La costruzione di un’opposizione seria, consapevole ed efficace deve caratterizzarsi per proposte concrete sui tanti problemi del paese da quelli del lavoro al salario, dal diritto alla casa, a quello all’assistenza sanitaria, alle pensioni e all’istruzione, nonché ai problemi immediati del caro energia e del peso dell’inflazione giunta al 12 %, senza trascurare la battaglia per la pace che va messa al centro delle iniziative politiche, ricordandosi che la mancata risposta a questi problemi ha portato all’elezione di questo Governo. L’opposizione mancata di ieri può e deve essere l’attività quotidiana di oggi.
In buona sostanza un lavoro di lungo periodo, un attraversamento del deserto, che può avvenire a condizione di cominciare subito a rimboccarsi le maniche, nella consapevolezza che l’alternativa è il disastro e la perpetuazione indefinita dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e sulla donna.
Enrico Paganini