Vocabolarietto monteseitaliano

  • Avete visto che bella giornata? [la mattina del giorno della sua nomina a Presidente del Consiglio] = Per me di sicuro, per voi un po’ meno.
  • Il giorno dopo la mia nomina [nella Commissione europea] Marco Pannella, che peraltro ho in forte simpatia, organizzò una conferenza stampa per sostenere che “con Monti avevano vinto i poteri forti”.
    La presi a ridere e quando un giornalista mi chiese un commento dissi che di poteri forti non ne conoscevo. Tranne uno, l’Europa e oggi mi fa piacere aver contribuito a renderlo più forte. = Posso ridere perché ho le spalle coperte e sono un paraculo.
  • Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. = Che bella crisi che ci permette di agire indisturbati a nostro pro e a vostro danno.
  • Per chiudere sugli aspetti personali, uno degli intervenuti questa mattina mi ha detto: «Scusi se la chiama ancora professore». Vi prego, continuate pure a farlo perché quello di Presidente del Consiglio è un altro mio titolo che durerà poco e quindi, come diceva una volta un mio eminente predecessore, il senatore a vita Giovanni Spadolini, i presidenti passano, i professori restano = Comunque vada io
    casco in piedi.
  • Sono anch’io convinto che molta parte della responsabilità della crisi, finanziaria prima, economica poi, sociale adesso, in parte politica, che attraversa il mondo, l’Europa e l’Italia, sia dovuta a gravissimi vizi di funzionamento delle istituzioni finanziarie e dei mercati. Credo che una delle cose che dovremo tutti sforzarci di fare, in particolare noi italiani – questo vale per le istituzioni ma vale anche per gli individui – è di abituarci a trovare meno facilmente le responsabilità altrui e a guardare un po’ di più in noi stessi. = La colpa è delle banche, ma i sacrifici li dovete fare voi.
  • Questa mattina ho visto un gruppo di bambini delle scuole, che osservavano i nostri lavori. Non certo di questo Parlamento, che è molto responsabile, che ha fatto in questi anni un lavoro importante di inizio del risanamento della finanza pubblica, ma pensavo: cosa penseranno quei bambini se si dicesse loro che
    è il resto del mondo che ci ha messo nei problemi e non decisioni prese per decenni in quest’Aula, in un’altra Aula e da parte dei Governi che si sono succeduti? Con le migliori intenzioni magari, ma quando c’era poca attenzione ai temi dell’equilibrio della finanza pubblica = Girando intorno ai problemi dico tutto e non asserisco niente, distribuisco la responsabilità per non indicare il responsabile.
  • Vi assicuro, onorevoli deputati, che quella stessa garbata insistenza, che ho nel suggerire di guardare prima di tutto le responsabilità che stanno in ciascuno di noi, l’applicherò e la sto applicando anche alla parte dell’Italia alla quale noi apparteniamo: la società civile. Troppo facilmente la società civile punta il dito contro la classe politica. Io di questo sono indignato. = Io governo e parlo ai deputati, ma faccio finta di essere società civile; tanto è lei che pagherà i costi della crisi e non la classe politica.
  • Questa strana formula, “salvo intese” che non è uscita per assonanza con Salva Italia, significa salvo intese fra i membri del Governo e il capo dello Stato. = Non rispondo a nessuno, salvo a chi mi ha nominato, anche se ciò significa ignorare l’abc della Costituzione.
  • Non ci si illuda. Non significa che forze importanti che abbiamo ascoltato, ma esterne al governo possano in qualche modo intervenire. = E qui comando io, e questa e casa mia …
  • Se il paese non è pronto, il governo potrebbe non restare. = Il paese non ha superato l’esame dei professori: occorre obbedienza, perché la via da seguire è una ed una sola: la mia!

Saverio Craparo