A distanza di un anno dalla strage causata dal deragliamento di un treno che trasportava GPL ed il conseguente incendio del gas fuoriuscito da un carro cisterna, con un bilancio di trentadue morti e decine di feriti anche gravi, a Viareggio si sono svolte numerose iniziative culminate in una grande manifestazione popolare organizzata dai comitati che in questo anno si sono mobilitati per la verità, la giustizia e la sicurezza, e che ha visto la partecipazione di oltre 15.000 persone.
Radio Popolare ha voluto ricordare la strage con una intervista, in diretta da Viareggio, ad alcuni cittadini e rappresentanti di comitati e di associazioni; ne riportiamo uno stralcio con le argomentazioni di un rappresentante sindacale.
Raffaele (Radio Popolare): parliamo ora con il Segretario provinciale della Filt-Cgil. Cosa è successo quando è arrivata la notizia della riconferma di Mauro Moretti ad Amministratore Delegato del Gruppo F.S.? Moretti è stato un po’ il simbolo della rabbia dei cittadini anche per quel cinismo, già ricordato, delle sue dichiarazioni dopo la strage (“si è trattato di uno spiacevole episodio”, “quando c’è un incidente sembra che caschi il mondo”, ecc…).
Mario Salvadori (Filt-Cgil Lucca): a Viareggio la riconferma di Moretti, per le dichiarazioni rilasciate e per le responsabilità nella strage, è stata presa giustamente come uno schiaffo ed un affronto, avvenuto tra l’altro in prossimità dell’odierna commemorazione ad un anno dalla strage.
Una strage che ha delle precise responsabilità per le scelte politiche che sono state fatte dai vari Governi, per le liberalizzazioni e le privatizzazioni che investono le ferrovie, ma un po’ tutto il paese, e che hanno visto la fine di F.S. come azienda unica, la dismissione di impianti, la chiusura di officine, l’interruzione di una catena ben precisa di chiare responsabilità anche nella manutenzione, la ricerca del profitto e del risparmio a tutti i costi (stanno chiudendo le storiche officine F.S. di Bologna, altre le hanno precedute e lavoravano proprio nella revisione dei carri merci). Le responsabilità sono anche nella situazione del personale sempre più scarso e nel generalizzato impresenziamento degli impianti; pur in mancanza di tecnologie si risparmia sul personale, che svolgeva varie opere di controllo, e le stazioni sono sempre più deserte.
E’ stato detto che quello che è successo potrebbe ripetersi; in realtà stava proprio per ripetersi perchè nei pressi della stazione di Grosseto, alcuni mesi dopo la strage, un treno che trasportava GPL con un asse bloccato e le ruote incandescenti fu fermato solo grazie all’avviso dato da un cittadino!
Un’ultima cosa. Anche l’incidente di Viareggio fu preceduto da segnali ben precisi, nel giugno 2009, proprio qui in Toscana a Vaiano di Prato ed a S.Rossore, con il deragliamento di carri cisterna dovuto al cedimento di un asse delle ruote; fortunatamente, in entrambi i casi, senza gravi conseguenze se non i danni materiali alla sede ferroviaria. Le responsabilità ci sono e vanno individuate e denunciate.
Raffaele (Radio Popolare): Mario voleva aggiungere qualcosa.
Mario Salvadori (Filt-Cgil Lucca): Si, volevo sottolineare che bisogna sempre più investire sulla sicurezza in ferrovia. In questo anno sono state elaborate precise proposte su cui hanno lavorato vari soggetti, ed in particolare l’Assemblea 29 Giugno di Viareggio, portate anche all’attenzione della Commissione trasporti del Senato e del parlamento europeo a Bruxelles.
Dicevo della scelta di F.S. di impresenziare sempre più gli impianti; vorrei aggiungere che proprio qui a Viareggio, dove da tempo l’azienda premeva per togliere il Capo Stazione nel turno di notte, cosa non concretizzatasi in questo caso per la determinata opposizione sindacale, la presenza del dirigente movimento è stata invece fondamentale per bloccare due treni viaggiatori in arrivo al momento dell’incidente. In quel caso la strage, già terribile, avrebbe potuto assumere proporzioni difficilmente immaginabili. Tutto questo dovrebbe far riflettere.