Sindacato

Poche note sulle organizzazioni sindacali. Per anni si è fatto credere ai lavoratori che le vertenze si sarebbero risolte concertando con il padronato ed il governo. Per anni si è gabellata la favola che esistevano degli indistinti “interessi nazionali” e ne è conseguita una persistente depauperazione dei salari. Per anni si è sostenuto che la classe operaia era in via di scomparsa e con essa la lotta di classe; peccato che il padronato non ne fosse stato avvertito. Per anni si è perseguito l’interesse dell’organizzazione, entrando nel business del lavoro precario e delle agenzie che su esso campano. Ora che la concertazione è stata ripudiata dal governo, che il mercato del lavoro è stato frantumato, che un esecutivo giovanilmente rampante si fa forte degli errori sindacali passati per fare operazioni fortemente reazionarie, che la fiducia dei lavoratori nelle proprie organizzazioni storiche si è dissolta, ora è tutto più difficile. Alcune Confederazioni inseguono miopiamente il fantasma della concertazione in attesa di un cenno benevolo; altre cercano di rilanciarsi in una lotta di cui non sono più capaci e che ha perso la base su cui poggiarsi. Ricostruire un’identità di classe, in una miriade di
interessi opportunamente frammentati, con lo spettro della disoccupazione incombente, avendo accumulato una sfiducia motivata sulle possibilità che le lotte collettive paghino, è impresa difficile, speriamo non disperata. Ad essa, comunque, i comunisti anarchici non possono sottrarsi.