Il turismo

Un fattore importante di crescita è stato il turismo, che però negli ultimi anni ha iniziato a stentare. Nel 2012, nonostante che all’Italia non manchi assolutamente nulla per attirare stranieri, la quota del turismo internazionale la vede solo al quinto posto, dopo Francia, USA, Cina e Spagna. La spesa dei turisti stranieri in Italia ha perso circa il 29% dalla fine degli anni novanta del secolo scorso (Il Sole 24 ore, a. 150, n° 88, 30
marzo 2014, p. 13). Come è possibile per un paese che vanta il patrimonio artistico più ampio e importante, bellezze naturali e ricchezze enogastronomiche ineguagliabili, non essere attrattivo come meriterebbe? I tesori artistici sono trascurati, maltenuti o in disfacimento; le spiagge coperte di cemento, le montagne disboscate; a questo si aggiunga una ricettività carente (a Pompei gli alberghi sono pressoché insistenti), la mancata valorizzazione della miriade di attrazioni disperse sul territorio e spesso ignote a tutti, una politica dei prezzi che privilegia solo il turismo facoltoso e un’offerta di servizi spesso non al passo con le richieste dei turisti sono le cause della perdita di competitività del settore . La Francia, ad esempio, riesce a valorizzare ogni sia pur
minima bellezza che possiede e la ricettività vede un ventaglio di possibilità di alloggio per tutte le tasche; senza contare un investimento volto a distribuire sul territorio le occasioni di attrazione.
Il 2012 ha segnato un incremento di presenze straniere, dopo più di un decennio ( 48.738. 575 +2,7%, in Il Sole 24 ore, a. 150, n° 190, 13 luglio 2014, p. 11). Ma se tutti i tradizionali paesi di origine del turismo (Germania, che resta ampiamente in testa, USA, Francia, Regno Unito e altri mostrano un calo di presenze, l’unico afflusso in crescita è quello dei turisti provenienti dalla Cina (+17,3%), il cui aumento sana il calo degli altri. Alla base di questa nuova frontiera turistica sta certamente il formarsi di una classe media in quel paese e anche la prospettiva che Alibaba, il più grande sito mondiale di e-commerce di origine cinese, possa restituire, come sta facendo, le tasse pagate per gli acquisti effettuati all’estero.