Polonia: il virus sovranista

Ben prima del Covid il mondo è sottoposto a un’epidemia forse più pericolosa. Quella della deriva sovranistra che in Europa infetta particolarmente i paesi del gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria). Si tratta di una alleanza che ha obiettivi culturali e politici, finalizzata alla cooperazione in campo militare, ma soprattutto culturale, economica ed energetica per fare lobing all’interno della Unione Europea.
Per portare avanti il loro progetto politico questi paesi, governati da partiti di destra affiliati alla Chiesa cattolica quale confessione religiose di maggioranza dei rispettivi paesi (ad eccezione della Repubblica Ceca dove il 66% si dichiara non credente), sostengono un programma di restaurazione dei cosiddetti valori tradizionali, volto a condizionare i rispettivi paesi e hanno scelto l’armamentario più reazionario del pensiero cattolico per costruire un sistema politico che smantelli aspetti fondanti dello stato di diritto, instaurando un regime di cosiddetta democratura nel quale viene superata la divisione dei poteri e la magistratura, compresa quella costituzionale, è assoggettata al controllo dell’esecutivo.
L’ultima battaglia in ordine di tempo per consolidare questo progetto politico si è svolta in Polonia in occasione delle elezioni presidenziali.

Le elezioni presidenziali in Polonia

Il Governo del paese è nelle mani del partito Diritto e Giustizia, ( PiS) il partito di Kaczynski, che dispone del 44,6% dei voti e di 240 seggi sui 460 complessivi del Sejm, la Camera bassa polacca, necessaria per governare. Il suo programma è quello di creare «una nuova Nazione» formando «nuove generazioni di cittadini polacchi». La rielezione del presidente polacco Andrzej Duda con il 51,2 % dei voti legato al partito Diritto e Giustizia ha visto la sconfitta del liberale di destra Rafal Trzaskowski con soli solo 500 mila voti di scarto.
Certamente mai come ora il paese appare spaccato in due: da una parte gli elettori che vivono al confine occidentale con la Germania e nelle grandi città dall’altra la “Polonia delle campagne”, la popolazione influenzata da un clero di nomina woitliana , profondamente reazionario e retrivo che ha stipulato con il potere
un vero e proprio contratto di appalto per la gestione con fondi pubblici di larga parte dei servizi alla popolazione. In seguito ad accordi sottoscritti fin dal 2013 e annualmente rinnovati e intensificati tra lo Stato e la Conferenza Episcopale Polacca della Chiesa cattolica – costituita in comitato d’affari – sono affidati alla
gestione della Chiesa e delle sue strutture e finanziate dallo Stato l’assistenza agli anziani, ai disabili, agli indigenti, per le ragazze madri, le donne in cinte, i giovani, ecc. vengono finanziate le scuole confessionali la Chiesa è presente largamente nella gestione delle carceri e degli ospedali in tutti i servizi culturali.
Vero motore della propaganda cattolica è il movimento Ordo Iuris, che nel 2013 ha dato vita alla Fondazione omonima con sede a Varsavia, una struttura di cattolici fortemente legati al PiS e agli ambienti dell’ultra destra polacca e sostenuti dalla Chiesa, in particolare dall’arcivescovo di Cracovia molto noto per le sue frequenti dichiarazioni a favore del Governo.

I progetti di legge contro le donne e la risposta della sinistra

Cavallo di battaglia del movimento sono tre progetti di legge di “iniziativa cittadina (popolare)” sulla modificazione della legge del 7 gennaio 1993 sulla pianificazione della famiglia, sulla protezione dell’embrione umano e sulle condizioni per l’ammissione dell’interruzione della gravidanza, nel quale si restringe
ulteriormente la già rigida legge sull’aborto obbligando la madre a partorire il feto malformato per poterle dare sepoltura (shic!) Il disegno di legge è arrivato al Parlamento (Sejm) il 30 novembre 2017. Il 22 novembre 2019 è stato inviato per la prima lettura. In aprile di quest’anno il progetto è stato inviato alla Commissione politiche sociali e familiari e alla Commissione per la salute. La proposta di procedere all’approvazione non è passata ma è stata respinta anche la proposta di respingere il progetto della legge.
Un altro “progetto di iniziativa popolare” è arrivato in Parlamento il 28 marzo 2018, e riguarda la riforma del Codice penale, e vuole assicurare “un’educazione dei bambini e dei giovani adeguata, contro la depravazione sessuale e la demoralizzazione sessuale dei costumi”. Anche questo progetto Il 22 novembre 2019 è stato inviato il Parlamento per la prima lettura. Se ne è discusso il 16 aprile 2020, ed è stato inviato alla Commissione straordinaria per quanto riguarda i cambiamenti nella codificazione. La proposta di respingere il progetto di legge che non è passata e se ne ridiscuterà.
Queste iniziative sono state contrastate da manifestazioni di piazza che hanno visto la partecipazione soprattutto delle donne e del movimento Lgbt avvenute malgrado l’epidemia di coronavirus e hanno costituito oggetto del confronto elettorale durante la campagna presidenziale.
La Sinistra ha cercato di contrastare queste iniziative anche sul piano parlamentare presentando nel marzo 2020 un progetto di legge che propone la creazione di una commissione sulla verità e sulle questioni di risarcimento nei casi riguardanti il comportamento pedofilo dei chierici, fenomeno molto diffuso nel paese seguito nell’aprile 2020 un progetto di legge, su l’interruzione sicura della gravidanza ed educazione alla salute e alla sessualità. Entrambi questi progetti sono all’esame delle Commissioni parlamentari in attesa di una prima lettura.

La politica sociale e del lavoro del Governo polacco

Il modello economico polacco si sostiene graziagli investimenti tedeschi e a una politica di salari bassi (salario medio 500€) per 40 ore di lavoro , condizioni che attirano gli investimenti stranieri e la delocalizzazione produttiva grazia anche a una forza lavoro qualificata per il lavoro industriale. Nonostante nel 2019 il tasso di crescita dell’economia nazionale abbia superato il 4 per cento, una famiglia polacca su tre non ha abbastanza soldi per permettersi una settimana di vacanze. In anno è aumentato il numero di persone in povertà assoluta che spendono meno di 2 euro al giorno. Nel 2018 il numero di persone indigenti è cresciuto di quasi mezzo milione rispetto all’anno precedente, nel quale aveva superato i 2 milioni. I costi per il riscaldamento sono altissimi e non tutti possono permetterselo. Il 17 per cento degli abitanti della Polonia non ha abbastanza soldi per pagare i medicinali più costosi o le visite specialistiche o il dentista. Nel 2018, in una Polonia economicamente fiorente, gli anziani in povertà assoluta sono stati 276mila, 60mila in più del 2017.
Il contributo sociale che queste persone ricevono dallo Stato non supera 600 zloty (150 euro) al mese. E così, dopo aver pagato le bollette di luce e gas, e il canone di affitto, molti devono decidere se comprare generi alimentari piuttosto che
medicinali necessari per alleviare sofferenze dovute alle malattie spesso croniche o non adeguatamente curate. Negli ultimi anni è cresciuto anche il numero delle persone in “povertà relativa”: il 45 per cento delle famiglie polacche non ha
risparmi, mentre il 5 per cento non riesce a far fronte nemmeno ai pagamenti regolari di bollette o tributi. Il 14 per cento di polacchi (5 milioni di persone circa) non è in grado di spendere più della metà della spesa media nazionale. Secondo i
dati dell’Ufficio centrale di statistica (Gus) il reddito medio mensile pro capite nelle famiglie polacche tra il 2018 e il 2019 non ha superato i 1.715 zloty (500 euro circa).
Di quella parte di popolazione che percepisce un reddito pro capite non superiore a 366 zloty (92 euro) l’82 per cento di esse ha in famiglia un malato o un disabile e il 30 per cento non è in grado di coprire i costi delle cure necessarie.
In questa situazione il ruolo delle organizzazioni filantropiche e di volontariato spesso di natura ecclesiastiche svolgono un ruolo essenziale e al tempo stesso gestiscono il consenso.
Questi dati dimostrano con tutta evidenza come la situazione di povertà faccia da volano alla diffusione di una morale e di un’etica tradizionale filtrata attraverso le strutture di carità che mirano a tenere sotto controllo di un clero capillarmente presente nel paese la società polacca mantenendo il paese alle condizioni di un terreno di pascolo per il capitalismo industriale e finanziario della vicina Germania e non soltanto.
Sfruttando adeguatamente i finanziamenti comunitari il paese è riuscito a dotarsi di infrastrutture e di una logistica che rende conveniente gli investimenti. Ne prossimo futuro il suo modello industriale energivoro basato sull’estrazione e consumo del carbone dovrà fare i conti con la politica green che l’Unione Europea si appresta a varare. È questo uno dei motivi che spiega la posizione del Governo sul Recoveri Fund e la sua disponibilità a schierarsi con i paesi cosiddetti “frugali” che come l’Olanda prosperano sul dumping fiscale e sono in realtà poco disponibili a una
riconversione produttiva.
La politica economica e sociale degli Stati sovranisti si distingue ancora una volta per una gestione della struttura economico sociale di fatto parassitaria e poco disponibile all’innovazione soprattutto quando questa si accompagna a una
revisione dei rapporti sociali e alla promozione dei diritti di cittadinanza e dei diritti umani.

Gianni Ledi