Associazione scuola della Repubblica: la guerra continua.

La Guerra dei Roses” all’interno di Scuola della Repubblica continua (Gianni Cimbalo, Scuola della Repubblica: la guerra degli statuti, Newsletter, 122, agosto 2019), mentre anche il nuovo governo si è dato un Ministro degli Affari regionali che dovrebbe dare attuazione all’autonomia differenziata e soprattutto Anna Ascani viceministro all’istruzione, tristemente nota al mondo della scuola.
Mentre i pericoli dell’introduzione dell’autonomia differenziata per quanto riguarda il comparto della scuola non si sono affatto diradati all’interno dell’Associazione Scuola della Repubblica lo scontro riguarda una diversa visione della natura dell’Associazione che è nata come un soggetto politico estraneo alla logica dei tanti gruppi e sindacati autonomi presenti nella scuola. Fin dalla sua costituzione l’Associazione voleva rappresentare la coscienza critica di un insieme di associazioni della sinistra che, nel rispetto del pluralismo culturale e politico, hanno cercato di declinare il rapporto tra scuola pubblica e privata, i temi dell’autonomia scolastica, l’insegnamento della religione nella scuola pubblica in conformità con la Costituzione.
Essendo un’associazione laica Assorep, a differenza di altre formazioni politico sindacali della scuola e della stessa sinistra, ha sempre collaborato con tutti sulla base di obiettivi comuni e condivisi. La chiave strutturale che ha consentito tutto questo è stata la sua natura di Associazione plurale, Associazione di associazioni, dove il diritto di voto apparteneva ai fondatori e alle Associazioni e non ai singoli iscritti che nell’Associazione hanno il diritto di prendere parte al dibattito, di partecipare, mentre il diritto di voto viene esercitato nelle associazioni di appartenenza che hanno esclusivo diritto di voto a livello nazionale.
Si tratta di una struttura che caratterizza in modo peculiare e non a caso lo Statuto di fondazione del 2000 che costituisce la Carta fondativa della ragione sociale dell’associazione e come tale. Pertanto tale assetto è immodificabile, pena la mutazione genetica dell’Associazione, operazione tentata da un gruppo gestore pro tempore dell’Associazione.
Il recente dibattito sviluppatosi per opporsi all’applicazione dell’autonomia differenziata nella scuola ha richiamato alla militanza molte compagne e compagni e indotto a superare una fase di laissez faire prevalsa nell’Associazione che non può essere altrimenti tollerata e che ha prodotto la rottura del fronte unitario di opposizione con l’abbandono del tavolo unitario di concertazione proprio quando stavano maturando le posizioni contro l’autonomia differenziata (si veda a riguardo in calce la posizione assunta da CGIL CISL EUIL della scuola in Emilia Romagna).
Di fronte a questa situazione si è sviluppata la “guerra degli Statuti”, per imporre una composizione dell’Associazione fatta di militanti con diritto di voto. In questa situazione il problema politico è risolvibile solo con una separazione tra gli individui e i gruppi e pertanto i gruppi locali come ha già deciso Scuola e costituzione dell’Emilia Romagna riprendono di fatto la loro autonomia e iniziativa politica.
L’incontro con gli altri – compagne e compagni avverrà nelle lotte – forti del passato patrimonio comune di esperienze.

Gianni Cimbalo

Emilia Romagna

COMUNICATO STAMPA

Le OOSS del settore istruzione e ricerca della Regione Emilia Romagna FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA RUA, in attesa di conoscere le intenzioni del nuovo governo sul processo di autonomia differenziata richiesta da alcune regioni (fra cui l’Emilia Romagna) che includono la materia istruzione fra quelle su cui si chiedono maggiori competenze, ribadiscono i seguenti punti:
• qualsiasi forma di autonomia differenziata in ambito scolastico è incompatibile con il valore universale e unitario della scuola e contrario al principio costituzionale;
• la scuola è una, nazionale, indivisibile; essa rappresenta un ineliminabile valore di coesione sociale del Paese che deve essere rafforzato e non disgregato;
• il valore erga omnes del contratto non può essere messo in discussione o differenziato, a garanzia del ruolo giuridico del personale che vedrebbe un inasprimento delle differenze socio economiche a detrimento del diritto allo studio degli studenti.                                                                                                                                Per tutto questo l’istruzione deve stare fuori dalle materie oggetto di decentramento regionale. In ragione di ciò, chiediamo che anche la regione Emilia Romagna riveda la decisione assunta rinunciando a realizzare, in materia di istruzione, quel processo che porterebbe ad assecondare quel principio disgregatore.
I diritti e la coesione sociale, l’unità del paese, il diritto allo studio, che è diritto  universale, non possono essere esigibili a geometria variabile e ogni intendimento che vada anche solo nella direzione di mettere in discussione questi valori, non può che essere respinto.
Se la regione Emilia Romagna intenderà proseguire, non incontrerà la condivisione del mondo della scuola. Non rassicura sapere che la regione non vuole gestire il personale della scuola (benché contraddittoriamente rivendichi la facoltà di assumere personale a tempo determinato).
Di fronte ad un tema largamente divisivo nel e per il Paese, sull’istruzione deve fermarsi, dimostrando di avere a cuore il benessere dei ragazzi, della comunità educante e l’interesse a tenere “insieme” un Paese sempre più allo sbando sul piano
economico, sociale, civile e culturale.

Bologna, 13 settembre 2019

Firmato dai Segretari regionali del comparto Scuola delle tre organizzazioni