Che c’è di nuovo

Il paradiso dei sovranisti

Tutte le volte che il capo della Lega ha bisogno di indicare ai suoi e agli altri il suo modello ideale di Stato, sia dal punto di vista della gestione economica sia delle istituzioni politiche e dei valori sociali dominanti, fa riferimento all’Ungheria e alle sue performance in tutti i campi. Vale la pena perciò di vederci più chiaro.
L’Ungheria è un paese di circa 10 milioni di abitanti in costante calo demografico e ciò malgrado la politica di sostegno alla natalità adottata dal governo e la riduzione delle donne a fattrici. Il fatto è che dall’Ungheria chi può fugge all’estero e l’emigrazione è molto alta. Questo perché l’Ungheria, peraltro recintata da una fitta barriera di filo spinato ai confini sud del Paese con Serbia e Romania, è una sorta di prigione a cielo aperto.
Chi sta bene in Ungheria sono gli imprenditori nazionali e stranieri che pagano una flat tax del 16% fin dal 2001. Tuttavia ciò non ha aiutato l’economia del Paese che deve la sua crescita agli aiuti rilevanti da parte dell’Unione Europea e la sua partecipazione al mercato unico europeo. Gli aiuti sono stati riconfermati anche recentemente: dal 2004 al 2020 l’Ungheria riceverà da Bruxelles sovvenzioni per complessivi 22 miliardi di euro, cioè oltre 3,5 miliardi l’anno.
A sostenere l’economia ungherese è il dumping del lavoro la legislazione sul lavoro: la competitività avviene a scapito dei redditi da lavoro e le retribuzioni sono distribuite su 12 mensilità, niente tredicesima. Lo stipendio medio ammonta ad appena 418,47 € (mese lug. 2018), più basso che in Repubblica Ceca 458,87€ (a luglio 2018) e in Polonia 480,20 € (a luglio 2018) ed è pagato in Fiorini, poiché il paese non ha adottato l’Euro. Il potere d’acquisto dei salari deve fare il conto con il fatto che il paese import la situazione provvede oggi la recente legge sugli straordinari obbligatori (comunemente denominata legge sulla schiavitù), perché permette al datore di lavoro d’imporre 400 ore di straordinario obbligatorio l’anno. Il pagamento non è immediato e può avvenire nell’arco di tre anni; e poiché i licenziamenti e la mobilità sul lavoro è altissima molti di questi crediti diventano di fatto inesigibili. Contro questo provvedimento sono in corso scioperi e mobilitazioni di lavoratori per tutto il mese di dicembre che tuttavia non sono riusciti a far desistere il governo dal suo intento. Tuttavia finalmente i lavoratori sono chiamati a mobilitarsi e la misura sembra colma al punto da produrre la minaccia di uno sciopero generale; le lotte sono l’occasione per far si che cresca la militanza politica e l’impegno sociale per contrastare una classe politica legata a Orban e al suo partito che beneficia del saccheggio dei fondi europei e sfugge ad ogni indagine sull’attribuzione degli appalti a causa di una magistratura anestetizzata.
Una vera pacchia per gli industriali, soprattutto tedeschi, che usano il Paese come un territorio di caccia per procurarsi manodopera a basso costo, controllata e docile, grazie a un apparato legislativo che limita la libertà di stampa, ha messo sotto controllo dell’esecutivo, la magistratura e annullato le garanzie dello Stato di diritto, ha imposto una politica restrittiva delle libertà civili e sociali, grazie ad un’alleanza con la Chiesa cattolica realizzata mediante un Concordato e una legge discriminatrice in materia di libertà religiosa che reprime le libertà civili, contrasta le scelte di autodeterminazione della donna, relegandola alla sua funzione di fattrice e di madre.
La politica omofoba che si manifesta in una serie di norme volte a colpire fiscalmente gli uomini celibi, a limitare ogni libertà in campo di diritti riproduttivi, contribuendo nell’insieme a costruire una gigantesca prigione, al punto che le barriere anti immigranti erette dal paese non si capisce se difendano il paese dall’invasione o non racchiudano piuttosto gli ungheresi.
Un bel Paese, non c’è dubbio, nel quale sarebbe bene spedire i leghisti e il suo leader, affinché vivano finalmente felici ,vedendo realizzato il loro paradiso.a nel settore agro alimentare e che quindi una famiglia media spende larga parte dei suoi introiti per l’alimentazione e l’abbigliamento.
Ma a peggiorare la situazione provvede oggi la recente legge sugli straordinari obbligatori (comunemente denominata legge sulla schiavitù), perché permette al datore di lavoro d’imporre 400 ore di straordinario obbligatorio l’anno. Il pagamento non è immediato e può avvenire nell’arco di tre anni; e poiché i licenziamenti e la mobilità sul lavoro è altissima molti di questi crediti diventano di fatto inesigibili. Contro questo provvedimento sono in corso scioperi e mobilitazioni di lavoratori per tutto il mese di dicembre che tuttavia non sono riusciti a far desistere il governo dal suo intento. Tuttavia finalmente i lavoratori sono chiamati a mobilitarsi e la misura sembra colma al punto da produrre la minaccia di uno sciopero generale; le lotte sono l’occasione per far si che cresca la militanza politica e l’impegno sociale per contrastare una classe politica legata a Orban e al suo partito che beneficia del saccheggio dei fondi europei e sfugge ad ogni indagine sull’attribuzione degli appalti a causa di una magistratura anestetizzata.