Democrazie in crisi: Brasile

Dopo la sconfitta elettorale di misura nelle elezioni presidenziali i sovranisti hanno fatto ricorso in Brasile alla strategia della vittoria negata, contestando a “furor di popolo “il risultato elettorale, riproponendo l’assalto a Capitol Hill in salsa brasiliana. Si è trattato di una brutta copia dell’esperienza statunitense che se è fallita negli scopi che intendeva raggiungere ha tuttavia certificato la crisi di sistema che sempre più avvolge e coinvolge le cosiddette democrazie sedicenti liberali: dopo la partita elettorale le destre cercano di impossessarsi del pallone e del risultato nel breve spazio della proclamazione della vittoria gridando ai brogli, alla vittoria rubata e misconoscendo le regole del gioco.
Anche se il colpo di mano è stato sventato quanto avviene testimonia della crisi dei sistemi democratici e impone una riflessione sui sistemi e le garanzie istituzionali e le forme di Governo che tenga conto della distanza sempre maggiore tra governanti e governati e del fatto che minoranze esigue, ma militanti, si fanno carico di condurre azioni violente in nome di quelle che esse ritengono le maggioranze dell’elettorato. Per ora i fatti dimostrano che in assenza di una preparazione meticolosa e nel tempo, di un’azione graduale del potere questa strategia, benché destabilizzante è destinata a fallire e che il golpe va attentamente preparato e soprattutto sostenuto dall’esercito: ne sono la dimostrazione le crisi coeve del Perù e del Brasile,

La crisi brasiliana

Il primo gennaio con l’insediamento di Lula da Silva la transizione sembrava ben avviata malgrado che l’assenza del presidente uscente alla cerimonia di insediamento testimoniava della volontà sostanziale, malgrado le dichiarazioni formali di riconoscimento dell’esito di disconoscere la legittimità del nuovo Governo. Nel suo discorso inaugurale Lula aveva illustrato i punti del suo programma proponendo la riconciliazione nazionale e allo stesso tempo riproposto il “cambiamento” consistente nell’attuare i precetti costituzionali a cominciare dal diritto a una vita dignitosa, senza fame, con accesso al lavoro, alla salute e all’istruzione affermando che missione della sua vita si sarebbe compiuta quando ogni uomo e donna del Paese avesse potuto consumare tre pasti al giorno. Il fatto che questo diritto non sia oggi garantito ad ogni brasiliano costituisce il sintomo più grave della devastazione che è stata imposta al Paese in questi anni e che pertanto è necessaria un rappresentante della classe operaia chiamato a porre riparo al fatto che il paese è stato privato delle risorse sanitarie, che è stata smantellata l’Istruzione, la Cultura, la ricerca scientifica Tecnologia, distrutta la protezione dell’ambiente, le risorse per mense scolastiche, le vaccinazioni, la sicurezza pubblica, la protezione forestale, l’assistenza sociale. È stato disorganizzato il governo dell’economia, il finanziamento pubblico, il sostegno alle imprese, agli imprenditori e al commercio estero, depredate le aziende statali e le banche pubbliche, consegnato il patrimonio nazionale agli speculatori. Le risorse del paese sono state saccheggiate per soddisfare l’avidità dei redditieri e degli azionisti privati delle aziende pubbliche.
Il suo Governo avrebbe invece difeso i diritti e gli interessi della popolazione, provveduto al rafforzamento della democrazia e alla ripresa della sovranità nazionale assumendo questi obiettivi come i pilastri del programma del governo riavviando il Programma Bolsa Família di assistenza sociale realizzato dal Governo del Brasile che fornisce aiuti finanziari alle famiglie in stato di povertà. potenziandolo e rinnovandolo, rendendolo più forte e più equo, al servizio dei più bisognosi per salvare 33 milioni di persone dalla fame e dalla povertà più di 100 milioni di uomini e donne brasiliani, che hanno sopportato il peso più duro del progetto di distruzione nazionale che oggi si conclude.
Sono a confronto due diverse visioni del mondo. Il quello della sinistra, centrato sulla solidarietà e sulla partecipazione politica e sociale per la definizione democratica del destino del Paese e l’altro, incentrato sull’individualismo, la negazione della politica, la distruzione dello Stato in nome di presunte libertà individuali, sulla teologia della prosperità che predica la disuguaglianza e vede nella ricchezza ad ogni costo il frutto della benevolenza di Dio, assumendo come proprio il dogma più ricchezza materiale e successo sulla terra, più possibilità di salvezza in cielo.
Consapevole dei risultati divisivi del voto il Governo si proponeva di dialogare con i 27 governatori degli Stati (14 dei quali espressi da partiti legati a Bolzonaro) per definire le priorità per la ripresa delle opere pubbliche irresponsabilmente paralizzate, che nel Paese sono più di 14mila. Verrà ripreso il Programma Minha Casa, Minha Vida che mira ad aiutare gli strati sociali più bassi ad acquisire la casa propria e varato un nuovo Programma di Accelerazione della Crescita (PAC), un importante programma infrastrutturale del governo federale del Brasile finalizzato a generare posti di lavoro alla velocità necessaria per il Paese. Lula annunziava altresì l’intento di cercare finanziamenti e cooperazione – a livello nazionale e internazionale – per gli investimenti, per potenziare ed espandere il mercato interno dei consumatori, per sviluppare il commercio, le esportazioni, i servizi, l’agricoltura e l’industria.
Le banche pubbliche, in particolare il BNDES, Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale, una banca di sviluppo strutturata come una società pubblica federale, verrà associata al Ministero dell’Economia del Brasile con l’obiettivo dichiarato di fornire finanziamenti a lungo termine per gli sforzi che contribuiscono allo sviluppo del paese, e alle aziende che promuovono la crescita e l’innovazione, come la Petrobras, la compagnia pubblica brasiliana di ricerca, estrazione, raffinazione, trasporto e vendita di petrolio. Verrà dato nuovo alle piccole e medie imprese, che sono potenzialmente i maggiori generatori di posti di lavoro e reddito, all’imprenditorialità, al cooperativismo ed alla economia creativa. Verrà ripresa la politica di valorizzazione permanente del salario minimo e posto fine alla vergognosa coda dell’INSS [Istituto di previdenza sociale brasiliano, aperto un tavolo di dialogo tripartito – governo, sindacati e centrali d’impresa su una nuova legislazione sul lavoro, garantita la libertà di intraprendere, insieme alla protezione sociale attuali.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario riorganizzare le strutture dell’Esecutivo, affinché consentano nuovamente al governo di funzionare in modo razionale, repubblicano e democratico. “Salvare il ruolo delle istituzioni statali, delle banche pubbliche e delle aziende statali nello sviluppo del Paese.” Pianificare investimenti pubblici e privati verso una crescita economica sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale.

La politica ambientale del Brasile

Ribadito che nessun altro Paese ha le condizioni del Brasile per diventare una grande potenza ambientale, basata sulla creatività della bioeconomia e sulla socio-biodiversità Lula ha annunziato l’inizio della transizione energetica ed ecologica verso un’agricoltura e un’estrazione mineraria sostenibili, un’agricoltura familiare più forte e un’industria più
verde con l’obiettivo deforestazione zero in Amazzonia e zero emissioni di gas che alimentano l’effetto serra nella matrice elettrica, oltre ad incoraggiare il riutilizzo dei pascoli degradati poche Il Brasile non ha bisogno di disboscare per mantenere ed espandere la sua frontiera agricola strategica. La prosperità nel settore rurale verrà incoraggiata e sostenuta, come la libertà e l’opportunità di creare, piantare e raccogliere, ma non sarà consentito è un ambiente rurale senza legge e non verrà tollerata la violenza contro le piccole proprietà agricole, la deforestazione e il degrado ambientale, ad opera dei latifondisti e delle multinazionali. Questo è uno dei motivi, non l’unico, per la creazione del Ministero dei Popoli Indigeni.
“Nessuno conosce meglio le nostre foreste o è più capace di difenderle di chi è qui da tempo immemorabile.
“Ogni terra indigena delimitata è una nuova area di protezione ambientale. A questi uomini e donne brasiliani dobbiamo rispetto e con loro abbiamo un debito storico.”
Aboliremo tutte le ingiustizie commesse contro i popoli nativi. È inaccettabile che neri e mulatti continuino ad essere la maggioranza povera e oppressa di un paese costruito con il sudore e il sangue dei loro antenati africani. (“Brasile: il discorso di insediamento del Presidente Lula davanti al …”) Verrà creato il Ministero per la promozione dell’uguaglianza razziale per ampliare la politica delle quote nelle università e nel servizio pubblico, oltre a riprendere le politiche pubbliche rivolte alle persone di colore nella sanità, nell’istruzione e nella cultura.“
È inammissibile che le donne ricevano un salario minore degli uomini, svolgendo la stessa funzione o che esse vivano in un mondo politico sessista, che siano molestate impunemente nelle strade e sul lavoro, che siano vittime di violenze dentro e fuori casa. Per questo motivo stiamo rifondando anche il Ministero delle Donne per abbattere questo secolare castello di disuguaglianze e pregiudizi.
Non ci sarà vera giustizia in un paese in cui un solo essere umano subisca un torto. Spetterà al Ministero dei Diritti Umani garantire e agire affinché ogni cittadino abbia i propri diritti rispettati, nell’accesso ai servizi pubblici e privati, nella protezione contro i pregiudizi o davanti all’autorità pubblica. La cittadinanza è l’altro nome della democrazia.
Il Ministero della Giustizia e della Pubblica Sicurezza agirà per armonizzare i poteri e gli organismi federali al fine di promuovere la pace dove è più urgente, nelle comunità povere, tra le famiglie vulnerabili, dove agiscono la criminalità organizzata, le milizie e la violenza, da qualsiasi parte vengano. Verranno revocati i decreti criminali che ampliavano l’accesso ad armi e munizioni e che hanno causato tanta insicurezza e tanti danni alle famiglie brasiliane.
Lula ha poi promesso un cambio radicale nella politica sanitaria, denunciando le scelte del precedente governo nella lotta al Covid 19 che ha prodotto più di 700 mila morti ricordando che il Sistema Sanitario Unificato è probabilmente la più democratica delle istituzioni create dalla Costituzione del 1988 ma è stata la più danneggiata da una stupidità chiamata “tetto di spesa” mediante una legge inserita nella Costituzione che fissa limiti specifici per le spese pubbliche sociali primarie che verrà abrogata riformulando il budget sanitario per garantire l’assistenza di base, la farmacia popolare, promuovere l’accesso alla medicina specialistica. Analogamente si farà con l’istruzione, investendo di più per l’università, l’istruzione tecnica, l’universalizzazione dell’accesso a internet, l’espansione degli asili nido e dell’insegnamento pubblico a tempo pieno. Questo è l’investimento che porterà veramente allo sviluppo del Paese.
Gli occhi del mondo erano puntati sul Brasile in queste elezioni. Il mondo si aspetta che il Brasile diventi ancora una volta un leader nell’affrontare la crisi climatica e un esempio di Paese socialmente e ambientalmente responsabile, capace di promuovere la crescita economica con distribuzione del reddito, combattere la fame e la povertà, con un processo democratico.
Nel concludere il suo discorso Lula. profeticamente, affermava di essere consapevole delle minacce che il modello democratico ha dovuto e dovrà affrontare, “dell’ondata di estremismo autoritario che diffonde odio e bugie attraverso mezzi tecnologici non soggetti a controlli trasparenti in tutto il paese.”

Il tentato golpe del l’otto gennaio

Migliaia di sostenitori di Bolzonaro hanno sfondato i ridottissimi sbarramenti della polizia senza sostanzialmente trovare resistenza per invadere e vandalizzare i palazzi simbolo dei tre poteri dello Stato: quello della presidenza della Repubblica, quello del Tribunale federale supremo e il Congresso. Eppure, era a tutti nota l’esistenza di un  accampamento nel quale i sostenitori del Presidente sconfitto soggiornavano da settimane. L’intervento dell’esercito ha poi riportato l’ordine. Apparentemente defilato Bolzonaro dalla Florida ha mantenuto un basso profilo preferendo far agire i suoi
collaboratori.
Lo schema populista di contestazione del voto qui ha funzionato meno che a Washington, con l’assalto al Campidoglio da parte degli ultrà di Donald Trump e non solo a causa della minore consistenza dell’uomo Bolzonaro ma anche perché le modalità con le quali si sono svolti gli eventi hanno alienato ai golpisti il sostegno degli Stati Uniti. È noto, d’altra parte, che i golpe in sud America non si fanno senza il consenso USA, in questo caso inesistente se non altro che per evidenti ragioni, visti i rapporti del presidente golpista con Trump e il movimento populista internazionale
avversati da Biden.
Quanto è avvenuto incide tuttavia sul ruolo internazionale del Brasile si all’interno dei BRICS (un acronimo usato in economia internazionale per riferirsi a Brasile · Russia · India · Cina · Sudafrica) che nell’intera America Latina dove il Brasile troverà difficoltà ad esercitare quel ruolo che pure gli appartiene per le sue dimensioni e peso economico. Per perseguire e raggiungere i suoi obiettivi Lula ha bisogno di alleati e soprattutto di mantenere l’appoggio USA che prima del tentato golpe non era assolutamente scontato

La Redazione