Cronaca di una giornata qualunque

Mi sveglio alle cinque di mattina anche se sono in pensione. Le finestre di casa vanno aperte per rinfrescare gli ambienti. Con il caldo infernale che fa è essenziale. Non possiamo permetterci di aprire il condizionatore: l’elettricità costa troppo, l’ultima bolletta è ancora attaccata al frigo per essere pagata. Il caffè è un lusso al quale non sappiamo rinunciare, ma è meglio farlo con la moka, si risparmia, visto che per la miscela facciamo un piccolo strappo alle spese al risparmio per prendere quella buona. Poi tocca portare a passeggio il cane, per evitare di dover uscire quando fa troppo caldo. Al rientro un po’ di telegiornale al mattino: la guerra in Ucraina è passata al quinto posto e il Covid al settimo, segno che alla prima ci siamo assuefatti, l’hanno capito perfino loro! Per quanto riguarda il Covid siamo rassegnati, è diventato endemico e si deve soffrire e morir tacendo.
Alle 8 e 30 esco con la moglie per andare al Market, ma, come da un po’ di tempo, oltre all’Ipercoop, si va al discount, dove la roba fa un po’ schifo, ma costa meno. D’altra parte, l’alternativa è o mangi meno ma bene o un po’ di più, ma poco sano. Prima di entrare mia moglie tira fuori i buoni sconto sulla merce coop per risparmiare. Scegliamo la passata e altri prodotti a lunga conservazione e via via facciamo il totale di quello che mettiamo nel carrello (con il salvatempo è facile, almeno quello): si tratta delle solite cose, ma questa volta tocchiamo il tetto di spesa settimanale molto prima. Gli aumenti di tutto si fanno sentire e siamo costretti a rinunciare ora al formaggio, ora a qualche salume.
Inutilmente cerchiamo la farina per impastare qualcosa e risparmiare; i palchetti sono momentaneamente vuoti e così quelli dell’olio che è salito di prezzo, quello d’oliva e quello per friggere, Capisco quello di girasole che si importa dall’Ucraina, ma quello di olive che dovrebbe venire dall’Italia, è aumentato pure quello. Il pesce è inavvicinabile e anche
quello congelato è salito di prezzo, vedremo al discount, così per la verdura.
Il giro all’Ipercoop si esaurisce prima del tempo, ma spostandosi bisogna passare dal distributore e qui ecco un’altra mazzata con la benzina: dobbiamo ricordarci di prendere l’auto solo per le cose indispensabili. Al discount c’è folla, le persone si affannano intorno alle merci in scatola, a carta igienica, varichina, detersivi, spugnette, stracci, scope, palette e quant’altro, dove la qualità non ha importanza. Prendiamo la mozzarella che ha una scadenza ravvicinata come lo yogurt; la salsiccia sembra avere un aspetto invitante; per il pollo si punta sulle ali e per la carne si prendono i pezzi che costano di meno. Malgrado tutte le attenzioni e i controlli, le verifiche degli imballaggi della frutta e della verdura per accertarci che non ci siano parti marce è difficoltosa e soprattutto anche qui è difficile restare nel preventivo di spesa.
Sulla via del ritorno si passa a vedere per un paio di scarpe aperte, a sandali, ma, visti i prezzi, si decide che per oggi non se ne fa di nulla. Arriviamo a casa stremati dopo essere passati davanti al capannone dei cinesi dal quale proviene un rumore continuo, giorno e notte, e a vederli aggirarsi ai margini del piazzale, allucinati, con una sigaretta in mano, ci
rendiamo conto che lavorano come bestie, con orari impossibili, mangiando, lavorando e dormendo nel capannone.
Ci rinchiudiamo in casa e sistemiamo gli acquisti. Mentre si mangia il telegiornale racconta della siccità e dei tubi dell’acquedotto che perdono, ma era così già l’anno scorso e non hanno riparato nulla, e dell’acqua che manca e allora la frutta e la verdura costano di più e ce né meno, e che di morti russi ce ne sono tanti e gli ucraini sono massacrati e dall’inizio del conflitto sono morti 205 bambini, 2 al giorno, ma mi sembrava che in Yemen e in Siria fossero migliaia…
Decidiamo di cambiare canale e vedere un giallo, andato in onda più volte, che sappiamo già come va a finire.
Dopo aver pranzato, e preso un caffè, mi tocca prendere in mano la cartella dei pagamenti e, a lei che lava i piatti mentre io asciugo, consiglio di insaponare prima tutto e poi aprire per sciacquare, tutto di seguito, risparmiando acqua: ho davanti l’ultima bolletta, insieme a quelle della luce aumentata del 60%, e del gas salita del 120 %. Degli sgravi del governo non mi sono accorto, non li ho visti.
È il 18 del mese e i soldi della pensione di questo mese li abbiamo spesi tutti, bisogna attingere ai guadagni messi da parte dalla mia compagna che ha lavorato a nero per una vita, facendo la domestica ad ore in tante case d’altri.
Ascoltiamo il telegiornale e ci rendiamo conto che con l’inflazione all’8% abbiamo perso l’8 % di quando abbiamo messo da parte e che la mia pensione è diminuita di 100€ al mese. C’è all’ordine del giorno la questione dei lavori del bonus edilizio del 110%: sembrava tutto a posto dopo mille discussioni, ora si dice che vogliono togliere, che non ci sono i fondi
sufficienti perché qualcuno ha truffato! Si parla di problemi sollevati dalla Corte dei conti, di crediti che il fisco non riesce a riscuotere, di perdita secca del fisco anche cl condono. Per noi il problema è semplice se hai individuato l’evasore o chi ha truffato lo stronchi. Bah!
Ci aspetta la riunione di condominio: la gente è incazzata, le spese sono ancora aumentate e poi tutti si chiedono cosa sia il Consorzio di bonifica per il quale dobbiamo pagare le tasse. Ma quale bonifica, di cosa, visto che la nostra casa è in periferia dove continuano ad inquinare a man bassa, dove ogni tanto si trovano cose strane nel terreno, dove il verde pubblico è ridotto al minimo e tutto secco, dove un vicino aeroporto ci innaffia a tutte le ore con gli scarichi degli aerei, mentre non si sa dove mettere la monnezza che viene o dovrebbe essere raccolta, mentre resta per giorni a puzzare sotto il sole.
Ci dicono che aumenta tutto perché c’è per la guerra in Ucraina, ma noi non ci siano accorti che il Parlamento ha dichiarato guerra alla Russia per aiutare non un popolo aggredito, ma sostiene invece gli interessi di un gruppo di padroni di merda (li, li chiamano oligarchi) dall’aggressione di altri oligarchi, questa volta russi, che vogliono partecipare anche loro al banchetto e impossessarsi della terra, dei campi, del grano, delle miniere, di tutto ciò che era pubblico e collettivo, dicendo di farlo in nome della patria. Sappiamo bene che quando i popoli sono mandati alla guerra sono loro a morire e i padroni ad ingrassare: noi possiamo solo aiutare, accogliere, ospitare, curare le ferite della carne e dell’anima, e chiedere la pace. Ma siamo stati sconfitti nella guerra di classe che ci hanno fatto i padroni; i padroni hanno vinto la guerra.
Ci dicono allora preparatevi a votare, ma per chi e per cosa, quando  contemporaneamente ci spiegano che quello attuale è il miglior governo possibile, nelle mani del Supremo, apprezzato da tutti, voluto da tutti, al punto che anche dopo aver votato ci sarà comunque lui a governare, chiunque sia a vincere le elezioni: gli altri sono tutti dei mediocri! Ma allora perché andare a votare?
È perciò che la rabbia, tutta la rabbia è dentro, ci rode e ci consuma, e non scendiamo in piazza, e ci sentiamo stanchi. e guadiamo intorno, e vediamo sempre più vecchi, mentre i giovani fuggono, come possono, appena possono, senza prospettive e speranze.
Si sta facendo sera, la vampata di calore che viene dalla terra riarsa si è attenuata, è tempo di portare di nuovo a passeggio il cane, perché almeno lui respiri e faccia i suoi bisogni.

Da un’idea di E&D.