Che c’è di nuovo – Laïcité in vendita

I giornali francesi hanno dedicato poco spazio alla firma del Trattato del Quirinale, ma molto, invece, alla visita di Macron che con l’occasione ha ricevuto il titolo di Protocanonico d’onore del Capitolo lateranense, come altri Presidenti della Repubblica francese, ed è stato ricevuto dal Papa malgrado che la prossima primavera in Francia si vota per le presidenziali, e il Papa non incontra mai politici sotto elezioni. L’eccezione è dovuta agli effetti del rapporto Sauvè sugli abusi sessuali sui minori da parte del clero francese, del quale abbiamo riferito nello scorso numero. Il Papa aveva commentato parlando di «momento della vergogna» e Macron era stato duro con i responsabili, invocando anche i risarcimenti per le vittime che ammontano a milioni di euro, tanto che il fondo per il risarcimento delle vittime della pedofilia nella Chiesa dovrà essere notevolmente accresciuto, mettendo in vendita beni immobiliari della Conferenza episcopale di Francia e delle diocesi, come ha annunciato a Lourdes il presidente dei vescovi francesi, Eric de Moulins-Beaufort, al termine dell’Assemblea della Conferenza. Il prelato ha precisato che, inoltre, se sarà necessario, «potrà essere sottoscritto un prestito per anticipare i bisogni».
L’udienza si è resa necessaria nell’interesse di ambedue le parti perché il fattaccio è di ostacolo ai propositi del Presidente francese che, per allargare il suo elettorato, punta da tempo sui cattolici francesi. Lo ha fatto, pronunciando il 2 ottobre 2020, pronunciando alla Sorbone il famoso discorso sulla lotta al separatismo tra Stato e Confessioni religiose, spiegando che nella sua accezione la laïcité dell’ordinamento france è à la carte e che la legge di separazione del 1905 è ormai superata anche per far fronte alla sfida dell’integralismo islamico.
La risonanza dello scandalo lo hanno costretto ad una dura presa di posizione ma ancor più hanno posto dietro le quinte il problema di come porre riparo alle conseguenze economiche di tanti delitti.
Nell’udienza privata il Presidente francese non avrà mancato di dare assicurazioni su un occhio benevolo dello Stato nel risolvere i problemi rispetto al quale si spera che l’elettorato cattolico orientato dalla gerarchia saprà essere riconoscente. Il presidente sa bene che il clero francese no ama molto Bergoglio e le sue crociate moralizzatrici ma confida sul fatto che questa volta ad aver bisogno di aiuto è proprio il clero, colpito
nell’usufrutto e godimento dei suoi beni.
Il tentativo, apparentemente abile, costituisce tuttavia una mossa disperata del Presidente che vede il consenso verso la sua politica calare, mentre crescono le science di Éric Zemmour, un populista della peggior specie, condannato due volte per provocazione razziale o religiosa, sponsorizzato dalle reti di Vincent Bolloré, che rischia di fare le scarpe alla eternamente impresentabile Marie Le Pen.
In questa battaglia il fronte dell’anti-islamismo e dei rapporti con i cattolici sembra giocare comunque un ruolo strategico e Macron può citare a suo merito l’approvazione della “LOI n° 2021-1109 du 24 août 2021 confortant le respect des principes de la République” che ha dettato rivisto numerose leggi e le norme del codice penale nell’intento di assicurare la laicità e la neutralità nell’erogazione dei servizi pubblici e nelle relazioni sociali.

Il peso dei morti

A richiamare tuttavia l’attenzione della stampa francese (e britannica) w in genere quella dei giornali del nord Europa è stato il naufragio del gommone con il quale i passeur francesi hanno portato alla morte 27 migranti provenienti dal campo migranti, conosciuto come giungla di Calais. Troppo poco è stato detto delle condizioni disumane della quale vivono li ammassati migliaia di disperati tra i quali malati, donne e bambini , soggetti particolarmente fragili. Grande poi è stata – giustamente – la pietà e l’orrore per quanto avvenuto, ma tutto questo da parte di una stampa e opinione pubblica che dimentica che il Mediterraneo, i sentieri della rotta balcanica, di quella per le Baleari e le Canarie sono costellati di migliaia di cadaveri, per loro invisibili.
Sarebbe bene, finalmente, che su questo problema l’Unione Europea si dotasse di una politica dei flussi e di corridoi umanitari nella consapevolezza che non si può continuare ad alimentare le economie dei diversi Stati con un esercito di manodopera clandestina, ricattabile costretta a vivere nella clandestinità, nella sporcizia nella disperazione, vittima dello sfruttamento infame di un sistema sociale ingiusto e disumano.