LA MATTANZA

La globalizzazione ha tra le proprie caratteristiche quella di favorire il settore della logistica; oggi che il ciclo economico sembra orientato a mantenere ancorate al territorio le filiere produttive considerate strategiche la logistica
sta entrando in crisi.
In una economia globalizzata la logistica consente l’organizzazione degli acquisti e delle forniture, operando in quei mercati dove il costo del lavoro e delle materie prime è più basso per cui i fornitori all’azienda delle materie prime e dei semilavorati, quanto non del prodotto finito, entrano a far parte integrante dell’azienda. La gestione della catena di approvvigionamento diventa essenziale per l’azienda e consente la gestione dei materiali, la pianificazione e ottimizzazione del loro flusso all’interno dell’impresa produttrice. In questo modello di organizzazione della produzione è ancora la logistica propriamente detta, che riguarda la conduzione e l’ottimizzazione di tutta la catena distributiva, che va dallo stabilimento di produzione del prodotto finito al cliente finale, ad assicurare il funzionamento del sistema produttivo ed ancora ad interviene nella gestione della distribuzione, occupandosi della circolazione fisica dei prodotti finiti e alla consegna ai clienti di primo livello. Ancora è la logistica ad assicurare un flusso di informazioni necessario per permettere di mantenere un elevato livello di efficienza e
competitività all’impresa. Perciò coloro che in questo sistema produttivo vi lavorano sono essenziali.
Oggi, complice la possibile fine della pandemia, sta prendendo il via una ristrutturazione della produzione che rimette in discussione questo modello produttivo. l’importanza e il ruolo di questo fattore, favorendo la produzione di prossimità. Questa tendenza del sistema produttivo, se nel breve periodo crea carenze di alcuni componenti essenziali alla produzione, come ad esempio sta accadendo con i circuiti integrati, è destinata a ptevalere e i primi a risentire del fenomeno sono le aziende che di logistica si occupano e che vedono oggi i loro margini di profitto ridursi.

Il ridimensionamento della logistica

Queste imprese si caratterizzano per profitti realizzati praticando uno sfruttamento della manodopera brutale, realizzato appaltando il lavoro a false cooperative che servono solo a mantenere basso il costo della forza lavoro e ad assicurarne la volatilità dell’mpiego, permettendo di licenziare facilmente. Non solo ma questa gestione della forza lavoro impone più facilmente orari, ritmi e condizioni di lavoro massacranti, bassi salari, nessuna tutela, anche perché utilizza di frequente personale migrante o irregolare per poter corrispondere bassi salari. Con il restringersi della committenza, e
quindi del volume di affari, le imprese si ristrutturano e operano licenziamenti, mettendo in contrapposizione il piccolo nucleo di lavoratori regolari che sono presenti in ogni unità produttiva con la grande parte dei lavoratori irregolari o marginali nel mercato del lavoro.
Da qui i licenziamenti sempre più numerosi, il peggioramento delle condizioni complessive di lavoro, la crescita per contrasto della sindacalizzazione, anche se si tratta di un sindacalismo spesso gestito, meritoriamente, dai sindacati di base, nel pieno rispetto del dualismo che caratterizza sempre più non solo il mercato del lavoro (regolari-irregolari) ma anche il sindacalismo confederale che si occupa dei garantiti e quello di base dei non garantiti.

La risposta dei padroni

I padroni che hanno il fiato sul collo dal ridimensionamento del ruolo del settore e conseguentemente dei profitti, reagiscono come gli agrari della Padania irriga nel primo ventennio del secolo scorso e invece di squadristi assumono bodyguards che fa più figo, ma che sempre squadristi sono. Come a Lodi; e li mandano a spezzare lo sciopero – e le schiene di lavoratrici e lavoratori – sotto lo sguardo impassibile dei poliziotti che, vigilano sul campo di battaglia, lasciando che il pestaggio avvenga nello spazio destinato alla mattanza.
Ma non basta e a Biandrate, in provincia di Novara, si usa addirittura il camion per schiacciare e dilaniare un sindacalista che difendeva i licenziati, in sciopero davanti ad un magazzino. utilizzando gli stessi sistemi e metodiai quali ricorreva il gangsterismo USA per spezzare gli scioperi.

Vergogna

Vergogna per il sindacalismo confederale che non li organizza e non scende in piazza contro questi padroni, in solidarietà con i lavoratori licenziati, esclude le rappresentanze di base delle trattative e così facendo fa il gioco dei padroni, alimentando due mercati del lavoro in parallelo, lasciando che lavoratori si contrappongano ad altri laboratoti e
consegnando ai padroni il governo dell’esercito industriale di riserva.
Vergogna perché questo comportamento non si limita ai lavoratori della logistica, ma riguarda il mondo bracciantile, quello più largo dei lavori agricoli, quello delle consegne a domicilio e i mille mestieri a nero e che usano i clandestini con i quali si ingrassano i profitti dei padroni.
Vergogna per noi stessi, incapaci di capire e di solidarietà.

La Redazione