Gli Organismi geneticamente modificati (Ogm)

Gli OGM (organismi geneticamente modificati) sono tutti gli organismi ottenuti attraverso l’ingegneria genetica. In pratica, si tratta di organismi ottenuti attraverso la manipolazione dei geni. In questo caso però, è più corretto parlare di organismi transgenici perché c’è una mescolanza di geni mentre negli Ogm c’è solo una
modifica del patrimonio genetico. Va premesso che gli Ogm sono stati introdotti nelle coltivazioni commerciali da un numero di anni troppo limitato per avere dati sufficienti per dimostrare i loro ipotetici vantaggi, sbandierati dai sostenitori delle biotecnologie dei geni. Secondo i sostenitori degli Ogm, i vantaggi derivanti da questi organismi sono soprattutto di natura economica: le piante, divenute resistenti a diserbanti o a insetti
nocivi, sono più facili da coltivare, producono di più e quindi fanno abbassare i costi di produzione. Come conseguenza di questa ipotesi si pensa derivino un minore impiego di sostanze chimiche, come gli insetticidi, perchè la pianta si produce da sola l’insetticida, e la possibilità di aumentare il cibo sul pianeta in modo da risolvere il problema della fame nel mondo.
Ma proviamo ad analizzare l’ipotesi che le coltivazioni transgeniche producano di più ed a minor costo.
Per quanto riguarda, per esempio, la soia resistente agli erbicidi, la prima pianta transgenica messa in commercio, per la quale vi è dunque un maggior numero di anni di controllo, il rapporto Nomisma sull’agricoltura riporta che non risultano incrementi produttivi. In realtà, un ampio studio dell’Università americana del Wisconsin, confermato da altre ricerche, ha messo in luce che la soia RR, resistente al diserbante
Roundup, ha una resa minore della soia tradizionale. Per quanto riguarda il mais resistente agli insetti, si è notato come nei primi anni la resa è leggermente maggiore rispetto alle piante tradizionali. Tuttavia, passando dalla resa ai costi, uno studio fatto da ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) evidenzia che se si prendono i dati emersi dalle prime ricerche si nota come nel caso del mais Bt (cioè resistente agli insetti) il vantaggio di reddito prodotto, rispetto alle varietà tradizionali, non sempre riesce a coprire il maggior costo delle nuove sementi. Invece, la soia tollerante l’erbicida, appare conveniente dal punto di vista dei costi, ma
presenta una riduzione delle rese.
Pertanto, non si vede neppure la convenienza economica di queste coltivazioni. In merito alla resistenza degli Ogm ai pesticidi e agli insetti nocivi, non è vero che gli Ogm eliminano o riducono il ricorso ai prodotti chimici: la stessa soia resistente al diserbante che doveva limitarne il consumo, lo ha invece incrementato e non va dimenticato che il 70% delle coltivazioni transgeniche sono resistenti ai diserbanti. L’uso degli Ogm, inoltre, non esclude la contaminazione dei campi naturali vicini. Infatti, è impossibile escludere una contaminazione sia dei prodotti, ma anche delle sementi, durante la coltivazione, anche a scopo sperimentale, il raccolto, il trasporto, la conservazione e la lavorazione.
Gli Ogm possono alterare sia la biodiversità naturale che quella agricola. Dietro gli Ogm c’è un business enorme. Ormai, poche multinazionali hanno il controllo di tutto il settore mondiale agroalimentare e queste società detengono le principali aziende che producono sostanze chimiche, che vendono le sementi e che le manipolano geneticamente. Il grosso impulso a questa concentrazione e agli enormi investimenti fatti sulle piante transgeniche deriva dalle norme, prima statunitensi e recentemente europee, che concedono a queste multinazionali una sorta di diritto di privatizzazione dei viventi e delle loro parti, cellule e geni compresi, attraversi i brevetti biotecnologici.
Una società che controlla il settore alimentare non possiede solo un monopolio economico ma un enorme potere di ricatto sociale e politico su tutto il pianeta. Infine, bisogna sottolineare che il più grande rischio riguarda la salute. Alcuni Ogm sono ottenuti mediante l’introduzione di virus o di vettori di trasposoni artificialmente rinforzati per essere meno simili alla loro specie di origine. Dato che i virus e i trasposoni
possono provocare delle mutazioni, i vettori rinforzati potrebbero essere mutageni e divenire cancerogeni per gli uomini e gli animali. Considerato che gli Ogm potrebbero essere nocivi alla salute dell’uomo, visto che gli agricoltori della comunità europea ricevono già da molti anni sovvenzioni per non coltivare i terreni, finanziamenti introdotti con la riforma Mac Scharry attraverso la politica del setaside (mesa a riposo dei terreni)
o restrizioni attraverso la politica delle “ quote di produzione “, con l’obiettivo di non creare eccedenze e quindi non fare scendere i prezzi. Non si vede la ragione per cui gli agricoltori dovrebbero scegliere piante transgeniche che garantiscano maggiori produzioni e che potrebbero avere anche effetti nocivi sulla salute.

Vincenzo Curci