Avanti in ordine sparso

Il disordine regna sovrano. Il sistema elettorale proporzionale, che costituisce il tratto dominante della legge (ancora ignota) con la quale si andrà al voto, consente ai diversi gruppi politici di correre da soli per contarsi dopo il voto e costruire l’alleanza di potere che governerà. Per alcuni versi meglio così, perché le mediazioni e i compromessi emergono alla luce del sole e le diverse parti politiche sono indotte a rendere esplicite i loro programmi per differenziare l’offerta elettorale e conquistare consensi.Ciò non significa che il governo che verrà sarà frutto di una mediazione tra i diversi programmi delle forze politiche e non piuttosto il frutto di un’alleanza per spartirsi i posti di comando.
Si profilano quattro schieramenti costituiti dai partiti di centro destra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e probabilmente una formazione raccogliticcia di centro), da due partiti di centro PD e 5stelle, da un partito che si colloca a sinistra dello schieramento politico (la cui composizione è ancora incerta.
Se i raggruppamenti sono ipotizzabili le proposte politiche non lo sono affatto. La destra è divisa su molte cose: il metodo di tassazione, la moneta, i rapporti con l’Europa, per citarne alcune; E’ unita sulle politiche anti immigrati in quanto al respingimento ma non sulla gestione, non concorda sulla gestione dello Stato e delle istituzioni, è spaccata sul rapporto tra nord e sud del paese: Dice di voler abolire il Job Act e la cosiddetta “buona scuola”, la legge Fornero, ma in realtà intende sostituirle con qualcosa di molto simile
fuorché nei nomi; in buona sostanza ambisce intestarsi la svolta a destra del paese, attuata e gestita dai governi a guida PD.
Il PD da parte sua continua a proporre la svolta a destra nel paese accumulando interventi per consolidare le scelte già fatte. Insieme a qualche altra legge sui diritti sociali tutelati in forma “annacquata” come lo ius soli, il contrasto al fascismo emergente, l’eutanasia ecc. si ripropone di accentuare la legislazione contro il lavoro che caratterizzò il governo Renzi, di riproporre lo sgravi contributivo alle imprese in cambio di occupazione che rimane precaria: nessun intervento strutturale per il recupero di quote di mercato e un reale rilancio degli investimenti e dell’occupazione, il disordine più assoluto per quanto riguarda la struttura istituzionale dello Stato, una gestione della giustizia di sostanziale smantellamento del sistema di garanzie non
solo per quanto riguarda la giustizia del lavoro (che quasi non esiste più) ma per quanto riguarda la distribuzione dei poteri tra magistratura inquirente e quella giudicante e la stessa indipendenza e professionalità dei giudici. Nessun intervento sui tempi della giustizia. Politica della mano forte sull’immigrazione grazie all’astro nascente, l’attuale Ministro degli Interni che sta mettendo una seria ipoteca sulla Presidenza del consiglio, scompaginando i giochi interni al partito.
I 5stelle stanno mettendo a punto il loro programma fatto di improvvisazione e di ambiguità su tutto. Il loro slogan è sostanzialmente uno: siamo onesti, fidatevi, faremo al meglio… e poi si vedrà. La miscela di provvedimenti che intendono adottare e confusa e difficile da dipanare: vedremo se prima o poi chiariranno i contenuti della loro proposta.
A sinistra si delinea una grande ammucchiata la cui principale debolezza è costituita da chi dovrebbe guidarla: Pisapia nell’edita versione del novello re Tendenna, perennemente oscillante tra ll’abbraccio incestuoso con il bullo di Rignano e i richiami alla ragione e ai contenuti programmatici di Bersani, ma anche di Civati e tanti altri: troppi per essere capaci di sedersi intorno a un tavolo e mettere insieme una proposta di governo certamente riformista, ma articolata e credibile, sulla quale convergere, mantenendo l’alleanza.
Questo al momento lo stato dell’arte: noi intanto riprendiamo dopo la pausa estiva con un approfondimento delle diverse strategie economiche, nella convinzione che per capire cosa sta accadendo e, almeno in parte, come potrebbe evolversi la situazione economica, c’è bisogno di impossessarsi della conoscenza delle ragioni di fondo delle scelte via via adottate. Sugli altri problemi torneremo presto dando spazio non solo alla situazione italiana, ma anche a quella internazionale. A presto!

La redazione