Francesi, ancora uno sforzo!

La lotta dei lavoratori francesi si fa sempre più difficile.disegno di legge “Nuove libertà e nuove protezioni per le imprese e le attiva.                                                                    Martedì 28 giugno 2016, il Senato francese ha approvato il ” con 185 voti a favore e 156 contro. Lo stesso giorno, il comitato congiunto riunitosi per proporre emendamenti sugli argomenti controversi non ha raggiunto un accordo. Per questo motivo è stata confermata la proclamazione di uno sciopero generale nazionale per il 5 luglio, in coincidenza con l’inizio della discussione pubblica del testo e a fronte del peggioramento del testo della Legge, votato dal Senato e che perciò dovrà ritornare all’Assemblea Nazionale. Inoltre continuano gli scioperi spontanei e improvvisi, le manifestazioni di giovani e la protesta sociale, anche se la stampa ha messo il silenziatore su queste mobilitazioni. L’intervento repressivo è pesante e avviene non solo attraverso arresti di militanti particolarmente attivi, ma mediate cariche della polizia che fanno affluire numerosi feriti agli ospedali.
Il Governo procede con determinazione nell’approvazione della legge, consapevole che essa è necessaria per rafforzare la sua credibilità nelle iniziative in corso insieme all’alleato tedesco e italiano per portare a compimento il disegno di definitiva sconfitta del movimento dei lavoratori. Le esigenze della politica neoliberista in economia che punta alla competitività attraverso l’azzeramento delle tutele sul lavoro, e l’abbassamento dei salari, realizzato anche abolendo la conquista delle 35 ore, rappresenta un obiettivo strategico per la Confindustria e il padronato francese come per il Governo.
Anche se questo ciclo economico sembra avviarsi alla fine e i nuovi assetti di mercato dovranno essere disegnati dopo la Brexit questo ciclo economico deve portare con se il definitivo azzeramento delle conquiste sociali di fine secolo e piegare definitivamente il mondo del lavoro alla precarietà, all’incertezza, all’insicurezza sociale. La Francia non può fare eccezione!
A questo attacco si risponde solo con lotte inclusive che riescano a coinvolgere gli strati di popolazione immigrata ed è proprio questo che preoccupa il governo francese. In molti casi la mobilitazione sindacale è riuscita a unificare il fronte di lotta, contrastando la radicalizzazione della componente migrante della popolazione sul terreno del terrorismo e recuperandola invece al confronto e allo scontro sociale. E’ questa un’altra lezione che arriva dalla Francia: è solo con la lotta di classe e l’emancipazione dei lavoratori che si combatte il fanatismo religioso!
Certo il coinvolgimento non è completo e generalizzato; certo molto resta ancora da fare, ma la grande autonomia del movimento dei lavoratori francesi impedisce da un lato il condizionamento da parte dei partiti della sinistra dei lavoratori in lotta e dall’altro lascia liberi i lavoratori di esprimere poi il loro dissenso a livello politico, anche attraverso il sostegno al Fronte Nazionale.
Così facendo Hollande e Valls si stanno scavando la fossa e non bisogna dimenticare che le elezioni politiche generali sono ormai vicine. Il prossimo anno si vota per le elezioni del Presidente della Repubblica e una vittoria della destra non aiuterebbe certamente la partnership franco tedesca. Bisogna perciò che l’Europa e la Banca Centrale Europea riconsiderino attentamente gli obiettivi che hanno imposto ai governi nazionali e valutino attentamente il rischio di una crescita delle posizioni ero scettiche. Forzare la mano, voler vincere a tutti i costi rischia di essere controproducente sul piano politico generale.
Solo una svolta nella politica economica europea può a questo punto aprire spazi e una prospettiva alle lotte generose del proletariato francese.

François