Ultim’ora – Grazie Renzi

32% non è certo un successo! Ma alcune cose vanno ricordate per capire cosa è successo. Originariamente i quesiti proposti dalle nove regioni promotrici erano sei, e per cinque il governo ha provveduto a cambiare la legge in meglio; questo è già un risultato.
Il sesto quesito ammesso alla consultazione referendaria era il più tecnico, quello più sottile e meno comprensibile. A ciò si aggiunga che la campagna elettorale è stata blanda, per usare un termine molto edulcorato. Si è puntato sulla disinformazione in un paese che non brilla per affezione alla ricerca della documentazione in prima persona. Anche la comunicazione istituzionale non era corretta, per non parlare degli interventi a gamba tesa degli esponenti del governo. La legge da abrogare nasconde un aiuto alle compagnie petrolifere, che non era molto semplice da decrittare. In tempi normali un referendum come questo non avrebbe superato il 20%. Renzi ed il suo mentore Napolitano hanno fatto il miracolo di portare alle urne molti elettori che non vi si sarebbero negati, ma che sono stati invogliati a far sapere a chi siede sulla tolda do comando, che ormai è sempre meno gradito.
Un’ultima riflessione: alle elezioni europee del 2014 hanno votato un po’ meno del 58% degli aventi diritto.
Volendo attribuire, con un’evidente forzatura, all’attuale referendum lo stesso appeal di quelle elezioni, il peso dell’astensione proposta dal ganzetto arrogante conta meno del 26%. Meditate gente, meditate.