Aria Fritta 2.0

“[…] e ho detto tutto.”
“Quando dice ho detto tutto, mi indispone, mi indispone, perché dice dice dice e non dice mai niente”

Peppino de Filippo e Totò in “Totò, Peppino e la Malafemmina”1956.

Si racconta, che nel vecchio PCI il nuovo aspirante iscritto dovesse essere presentato da due “padrini” e la sezione provvedeva a controllare che il futuro tesserato fosse di buona famiglia. Sembra che adesso, invece, le tessere del PD siano date in giro un po’ come i santini (sia quelli veri, che quelli, ugualmente nominati – e non a caso – delle campagne elettorali).
L’ex-partito pesante finisce davvero in maniera ignominiosa, con guerre fra bande, truffe, imbonitori alla Vanna Marchi (senza offese per l’onesta venditrice), candidati a primarie sconosciuti, e primarie aperte a tutti, anche ai nemici (ops, avversari, ma anche no).
Ultima chance per vincere le elezioni da parte di un partito che, da quando è nato, nel 1991, ha cambiato tre nomi (PDS -DS -PD), nove segretari (Occhetto, D’Alema, ancora D’Alema, Veltroni, Fassino, Veltroni, Franceschini, Bersani, Epifani) – al ritmo non indifferente di uno ogni due anni – e continuato a inseguire un misterioso centro, perdendo, sempre. Le uniche due volte che ha trionfato (parolone a dire il vero) è stato grazie a Romano Prodi, puntualmente assassinato dai suoi, come nelle migliori commedie dello stalinismo dove ci si pigliava allegramente a martellate.
Questo sfuggevole riallineamento sempre più al centro, si è rivelato fallimentare. Bastava fare 2 +2 e non essere “laureati alla normale” – che poi la Normale non laurea nessuno – per capire che se un partito di centro sinistra dice e predica il contrario di quello che la sua collocazione gli imporrebbe, non si capisce perché l’elettorato dovrebbe votarlo, quando ha a disposizione l’originale.
Storia vecchia, si dirà, sì, ma probabilmente mai compresa, altrimenti non saremmo qui a ripeterla.
Ora abbiamo l’ultimo passo alla Zelig (il film non la trasmissione) per cui si diventa altro, non più il centro ma direttamente Berlusconi. Con la differenza che il simpatico miliardario ridens è, appunto, più miliardario e più simpatico (molto più simpatico) del nulladicente con la zeppola.
Oddio anche l’altro ha la zeppola, e, in effetti anche lui non brilla per profondità di pensiero. Si è capito solo che voleva sposare il suo compagno e avere un figlio. Opzioni davvero rivoluzionarie per governare un paese al default, o, meglio, nella merda.
Ebbene il giovanottone (ex-giovane. Diceva Jerry Rubin “ mai fidarsi di chi ha più di trenta anni”) punta in alto ed è senza scrupoli. Non dice nulla e questo piace. Se la massa di quello che fu “il più grande partito comunista d’occidente” (E’ sicuro? Diceva Laurene Olivier ne “Il Laureato” mentre tormentava i denti di Dustin Hoffmann) è al punto di bersi qualunque cazzata gli venga rifilata i casi sono due, o c’è stata una intossicazione di massa (tipo il progetto di gettare LSD nelle fogne che si favoleggiava negli ani ’60 del secolo scorso), oppure sono gli stessi di prima. Ma allora, quindi, il PCI alimentava idioti che hanno trasmesso idiozie ai propri figli e questi ai propri nipoti.
Non il grano ma il cervello avevano portato all’ammasso, e ormai da tempo.
Mi spiace che qualcuno si offenda (anche se l’offeso dovrei essere io, governato da generazioni di cretini ormai senza speranza e invaso da cerebrolesi da 12.000 € al mese – miei tra l’altro– per spazzolare la poltrona di Camera e Senato con il proprio culo), ma non mi sento di dare più nessuna ancora di salvezza (tipo “sono compagni che sbagliano” perché, 1° non sono compagni e 2° non sbagliano).
Chissà come ci divertiremo, anzi SI divertiranno, quando tutto il codazzo degli idioti provvisti di dieci Ipad cadauno (che usano in genere per giocare e fare le stesse cose che facevamo prima – cioè niente) e atti ad utilizzare tutte le più moderne tecnologie (meno il cervello) saliranno ai loro posti di comando, sostituendo i loro simili attuali e proseguiranno per un bel po’ il sogno (del) Italiano: fottere, non fare un cazzo, prendersi bei soldi e sproloquiare sul nulla.
Quelli che credono ancora di militare in un partito di sinistra e che hanno scambiato l’acclamazione con la partecipazione, il “il fare” con il “darsi da fare” (e qui Crozza proseguirebbe per ore) senza mai “pensare” il darsi da fare senza pensare equivale a vegetare e, soprattutto, a farsi comandare (sorridendo, ma sempre con la
minaccia della frusta).
Forse, per rimanere nell’ambito dei mostri sacri del cinema mondiale, potremmo rispondere loro come Nino Taranto a Totò “Che credevi, Cah’era?”[1].
Buon divertimento.

Andrea Bellucci
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[1] Totò contro i quattro, 1963.