Negazionisti e sovranisti

I necessari provvedimenti restrittivi delle libertà adottati hanno alimentato le fila dei negazionisti che con motivazioni diverse negano l’esistenza del covid come della pandemia, sostenendo che ci troviamo di fronte ad una gigantesca manipolazione di massa ai fini di controllare le nostre vite e ciò malgrado che il numero delle vittime sia arrivato (per ora) fino a 1000 al giorno. Costoro sono giunti al punto di bollare i provvedimenti adottati come liberticidi, come prove generali di una congiura mondiale.
Le posizioni complottiste si sono legate a una visione maltusiana della vita, ad una immagine di società dei più forti che sopravvivono alla selezione naturale e che considerano la tutela della salute non come un bene prioritario ma come una condizione possibile ma non prioritaria.
Con queste posizioni ha dovuto fare i conti l’incapacità strutturale della scienza di conoscere e suggerire una cura per un virus sconosciuto, i comprensibili dubbi e perplessità di medici che fanno da consulenti al Governo, il procedere del Governo utilizzando la suddivisione amministrativa del paese per dettare l’efficacia dei provvedimenti restrittivi scontrandosi con l’assetto territoriale delle relazioni economiche e produttive che non rispecchia questa ripartizioni. Il risultato è che i provvedimenti adottati appaiono illogici e a volte incomprensibili.
Ad esempio che senso ha fare del comune di Roma un’unica area di circolazione quando la città ha più abitanti del Friuli Venezia Giulia ? Come stabilire in un modo logicamente comprensibile un diverso colore per la provincia di Lecco e di Piacenza, territori contigui e interconnessi ? Come dare regole diverse agli abitanti di La Spezia e di Sarzana?
Sono tuttavia dilemmi irrisolvibili a meno di non stabilire l’efficacia dei provvedimenti quartiere per quartiere casa per casa. Da qui la necessità di scelte politiche che non sono esenti da critiche e da errori ma che hanno utilizzato la suddivisione amministrativa del territorio in quanto l’unica individuabile senza riproggettare l’articolazione territoriale del paese..
Invece quello che a nostro avviso è grave e da condannare è il ritardo quando non la mancanza nell’assunzione dei provvedimenti necessari per porre rimedio agli errori commessi nella prima fase della pandemia come non aver pensato a un reale potenziamento della logistica e dei trasporti per consentire la riapertura in relativa sicurezza delle scuole, non aver predisposto un piano di incremento della medicina territoriale. Aver tollerato lo scandalo persistente e continuo della gestione dei sistemi sanitari, primo tra tutti quello calabrese, dimenticando che tutto è organizzato ancora
oggi in modo tale che la mafia delle cliniche private possa gestire il traffico con la medicina privata e pubblica degli ospedali lombardi (ma anche di altre regioni).

Il ruolo delle opposizioni

Le opposizioni, da parte loro si sono dimostrate incapaci di formulare delle critiche credibili e non hanno proposto alcun intervento d’insieme sul problema. Accecati dalla necessità di criticare il Governo giorno per giorno, lo hanno incalzato sui singoli provvedimenti, criticando ora questa ora quella misura, con l’obiettivo di mettere insieme i diversi segmenti di scontenti che ogni provvedimento adottato porta inevitabilmente con se. Il saldarsi, soprattutto della Lega, con i negazionisti e i minimizzatori della crisi pandemica da la misura dei limiti culturali e della pericolosità sociale complessiva di questa parte della società.
Queste posizioni in realtà nascondono una strategia che diviene ogni giorno più chiara. Lasciare che sia l’attuale Governo a gestire la crisi pandemica e presentare il conto al momento nel quale bisognerà decidere l’utilizzazione e la gestione dell’immensa massa di finanziamenti stanziati, sia facendo debito sia utilizzando i fondi provenienti dall’odiata Europa. Intanto sviluppare delle critiche tese ad aggregare consenso da parte degli inevitabili scontenti, lasciando che le loro critiche si sommino fino ha costituire la massa critica per abbattere una coalizione che da parte sua mostra falle crescenti, alimentate da contrasti di interesse, anche questi derivati dalla possibile gestione dei finanziamenti ai piani di ripresa e dalla voglia di spartirsi la torta.
Occorrerebbe invece, fin da subito, aver avviato piani e iniziative di intervento di carattere strutturale.
Un’occasione mancata è ad esempio un provvedimento che ponesse le basi per ricostruire la sanità a livello territoriale, superando le competenze regionali e fissando un limite per tutti nel rapporto tra sanità pubblica e privata nell’accesso ai
finanziamenti pubblici. Un provvedimento di tal genere, che avrebbe avuto certamente il sostegno di tutti in questa situazione di frammentazione dei sistemi sanitari regionali si scontra però con i legami di malaffare che regolano la politica al settore della sanità e avrebbe dimostrato ancora di più e in concreto la necessità di porre un limite alla
dissennata autonomia regionale in materia di gestione del servizio sanitario nazionale.
In assenza di interventi strutturali si lascia che, utilizzando i dubbi e le perplessità degli scienziati si aprano dei varchi per contestare e criticare le misure adottate. Così l’attacco delle opposizione prospera e rischia di trovare consenso in fasce di popolazione sempre più numerose. Ne è un esempio lampante la polemica sul Natale

Il natale “rubato”.

Il grido di dolore del segretario della Lega a proposito del natale è quanto mai emblematico per descrivere la situazione. In passato erano i mussulmani che volevano “rubare” il Natale non facendo fare il presepe, oggi è il Governo che con le chiusure e le restrizioni alla circolazione consuma il misfatto e priva i nonni della presenza dei nipoti, impedisce la ricongiunzione delle famiglie divorziate, ostacola il cenone di
natale e capodanno, i consumi solitamente alti in questo periodo,con la chiusura di ristoranti e bar e il divieto di festeggiamenti, le chiusure dei negozi. Cosi l’opposizione spera che gli orfani del natale e delle feste si sommino a quelli delle piste di sci e delle vacanze invernali, alle doglianze di albergatori e ristoratori. A nulla sembra servire l’alto numero di vittime e la persistenza del contagio. Questo mentre, come al solito, le ruberie si consumano ai danni di tutti.

Corruzione in tempo di covid

Emergono i loschi affari di alcuni personaggi che utilizzano la pandemia per i loro traffici. La fornitura di famiglia di camici alla regione da parte dei familiari di Fontana , Presidente della Lombardia, è sottoposta a indagine ma ancora più scandalosa e da indagare è la colpevole assenza del vaccino per l’influenza in Lombardia, i proventi della sanità privata derivati dai costi esorbitanti dei tamponi nella stessa regione, necessari di fronte all’inefficienza del servizio sanitario pubblico; e questo mentre quella che veniva spacciata per la migliore sanità del paese registra il più gran
numero di decessi. Non si contano i casi individuati dai NAS di vendita illegale di tamponi da parte di strutture non autorizzate in condizioni igieniche fatiscenti. Per non parlare dello scandalo degli scandali: la tragicomica gestione del servizio sanitario in Calabria (vedi Newsletter 139).

Uno scatto d’orgoglio e di efficienza

In questa situazione sarebbero necessari e indispensabili dei segnali cominciando a chiarire che accanto al commissario dei commissari, Arcuri, possono esisterne degli altri. Sarebbe inoltre il caso che il paese si decidesse finalmente a presentare i piani di intervento per superare la crisi aprendo un dibattito anche con le parti sociali sull’utilizzazione delle risorse e delle priorità. Il tutto operando in trasparenza come ad esempio stanno facendo il Governo francese e tedesco in modo che la fine del blocco dei licenziamenti prevista per marzo non trovi il sistema economico italiano impreparato. Tra questi piani certamente ne va predisposto uno che riguarda il sistema sanitario, ridisegnando anche il rapporto tra lo Stato e le Regioni, stabilendo interventi
finalizzati alla formazione di medici e infermieri e fissando le scadenze per la loro assunzione in servizio, Va al tempo stesso affrontato il nodo della medicina territoriale e dei policlinici anche nel rapporto con le strutture universitarie.
Ebbene di tutto questo non c’è traccia nemmeno nei lavori predisposti dalle mille commissioni e comitati non è dato sapere cosa il Governo intenda fare per intervenire sul gravissimo dissesto idrogeologico ne nel settore energetico ne in quello delle telecomunicazioni salvo una generica opzione per la digitalizzazione e la costruzione di reti informatiche.
Oscura è poi la posizione del Governo sulle grandi crisi aziendali come quella dell’ilva e come la Whirlpool di Napoli e le mille altre crisi aziendali oggi coperta dalla cassa integrazione e dal blocco dei licenziamenti. Solo a queste condizioni l’azione del Governo sarebbe credibile ma perché ciò avvenga occorre un forte stimolo che non può che venire dalla rinascita di aggregazioni di classe sul territorio che si facciano
carico delle vertenze sociali necessarie e richiedano con forza la ripresa degli investimenti, l’iniziativa dello Stato con una logica nuova: quella di un Governo che si fa carico delle esigenze economiche delle popolazioni cominciando a ridefinire il lavoro dipendente dei rider e dei lavoratori precari, a equiparare le retribuzioni delle
donne lavoratrici sostenendole con il rilancio dei servizi sociali.
È questo il solo modo per affrontare la crisi delle crisi: quella demografica

G. L.