MANIFESTO COSTITUTIVO

Le notizie che circolano in merito ai “progetti” che si stanno preparando per la scuola hanno sollevato la preoccupazione e l’indignazione di moltissimi insegnanti, genitori, studenti, dirigenti. Esse non possono che allarmare tutte le persone legate alla difesa della scuola della Repubblica.
Abbiamo sentito parlare apertamente di scuola “ibrida”, di “surrogati” degli insegnanti, di “didattica a distanza come modello”, di “rendere permanente il modello attuale”. L’audizione presso la VII Commissione della Camera dei
Deputati del Prof. Patrizio Bianchi, Coordinatore del Comitato degli esperti istituito presso il Ministero dell’Istruzione, nonché gli elementi che emergono dal cosiddetto Piano Colao, preoccupano ulteriormente.
Constatiamo come diverse iniziative, appelli, dichiarazioni, siano stati pubblicati in questo periodo e diverse assemblee si siano svolte, spesso con un’ottima partecipazione. Alcune prime iniziative sono state lanciate, tra le quali una giornata di mobilitazione il 25 giugno. Noi facciamo parte di questo movimento e vogliamo contribuire al suo sviluppo delineando alcuni punti fermi, imprescindibili, senza i quali non si può parlare di scuola.
– La scuola della Repubblica si svolge nelle aule, con docenti dello Stato, con programmi uguali per tutti; nessuna scuola della Repubblica è possibile “alternando” frequenza e modalità a distanza.
– La scuola non ha nulla a che vedere con l’associazionismo e l’animazione sociale. È il luogo delle relazioni umane in presenza, le uniche che, orientate alla cultura e all’istruzione, possono determinare conoscenza significativa. Nessun
orario può essere ridotto, nessuna parte di orario può essere sostituita da attività gestite da enti esterni, terzo settore o altri privati.
– La scuola della Repubblica è aperta a tutti, ma non è un optional al quale “si può” accedere o meno: è un obbligo fino a 16 anni e persiste come obbligo successivamente per ottenere un diploma, che ha valore legale, e come tale configura uguaglianza sostanziale.
– La scuola della Repubblica deve tendere a rimuovere le diseguaglianze e quindi dev’essere uguale per tutti, dal nord al sud del Paese, dai quartieri più ricchi a quelli più poveri. Non esiste scuola della Repubblica con classi sovraffollate o con
presenze “a gruppi”, alternate, frantumando le classi, luogo dove invece si realizzano le relazioni fondamentali.
– La scuola pubblica è il luogo della libertà di insegnamento, di apprendimento e della laicità: tali principi non possono essere delegati a strumentazioni e modalità imposte surrettiziamente ed ideologicamente per ricondurre ad un pensiero
pedagogico unico e/o ad ipotesi di razionalizzazione e semplificazione del numero e dell’apporto dei docenti – La scuola non è una risposta a domanda individuale, un servizio, una merce, ma una istituzione della Repubblica, un organo costituzionale. Come tale essa deve essere destinataria delle risorse che uno strumento dell’interesse generale merita.
– Le norme generali dell’istruzione e i contratti collettivi nazionali sono e devono rimanere uguali su tutto il territorio nazionale e rappresentano – oltre che una dimensione dell’eguaglianza sostanziale, attraverso l’unità del sistema
scolastico nazionale e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori – l’interesse generale del Paese nei confronti del pensiero critico analitico, libero e plurale e al sapere emancipante per tutte le studentesse e gli studenti.
Lo Stato ha il dovere di garantire tutto ciò in sicurezza, assicurando i fondi necessari.
La maggior parte dei provvedimenti di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi venticinque anni hanno impoverito la scuola: (aumento del rapporto alunni/docente, degrado degli edifici, organici precarizzati…).
Per garantire sicurezza e rilanciare la scuola il governo deve ridurre gli alunni per classe, ristrutturare gli edifici, elaborare un piano serio di edilizia scolastica, programmare un adeguato piano di assunzioni; invece stanzia una cifra addirittura
inferiore a quella per la quale il ministro Fioramonti si era dimesso, con l’aggravante che una parte ingente di queste somme riguarda la scuola privata!
Come sempre la cura per la scuola si traduce in pura evocazione retorica e assenza di fatti concreti; la scuola pubblica statale, la spina dorsale del Paese, rischia la dematerializzazione, con un inevitabile effetto negativo, soprattutto
in termini di uguaglianza e democrazia, su tutto il Paese; e, a fronte di finanziamenti cospicui per i grandi imprenditori, per la scuola lo Stato propone misure gravemente insufficienti. Si tratta di semplice miopia?

O forse della paura che ridurre oggi gli alunni nelle classi e avviare piani di riqualificazione e di assunzione di insegnanti e di personale Ata apra la strada al mantenimento di tutto ciò anche domani? Della paura, cioè, di un vero rilancio della scuola pubblica statale?
Certamente, se così fosse, la strada scelta avrebbe un triplice “vantaggio”: risparmiare oggi, non creare illusioni per domani e nello stesso tempo realizzare definitivamente il progetto di devastazione e assoggettamento della scuola
della Repubblica iniziato 25 anni fa.
Per farlo, si fa leva proprio sull’Autonomia scolastica, il primo, gravissimo, attacco sferrato: la divisione scuola per scuola, progetto per progetto, convenzione privata per convenzione privata, con le scuole impegnate (monadi dimentiche dell’interesse generale) a cercarsi edifici, ad “esternalizzare”, ad assicurare senza risorse le condizioni di sicurezza. A sbrigarsela con i PIA e i PAI (perpetuando peraltro l’orribile produzione di acronimi che imperversa da troppi anni).
Se c’è un elemento preoccupante che emerge dai primi rapporti Bianchi-Colao è proprio l’assenza dello Stato e il rischio di destrutturazione dell’intero sistema, che non a caso ben si accompagnerebbe ai progetti di Autonomia differenziata, ulteriore fattore di divisione e diseguaglianza.
Non possiamo restare a guardare: questa situazione va denunciata per quello che è; va smascherata, messa sotto sorveglianza per fermare gli attacchi annunciati e quelli che potrebbero seguire e ottenere invece le misure necessarie a far ripartire la scuola in sicurezza.
Occorrono energie e motivazione: per questo abbiamo deciso di costituirci in Comitato permanente per la salvaguardia e il rilancio della scuola della Repubblica.
L’estate arriva. Più volte, in passato, è stata utilizzata per varare gli attacchi più micidiali. Se non ci uniamo per vigilare, per impedire la disarticolazione della scuola, i danni potrebbero essere veramente incalcolabili.
Vi invitiamo a diffondere e sottoscrivere insieme a noi questo appello e ad incontrarci online venerdì 26 giugno, ore 20.45 per lanciare il Comitato permanente per la salvaguardia e il rilancio della scuola della Repubblica e discutere delle prossime iniziative.
Promotori:
Marina Boscaino, Roma; Giovanni Cocchi, Bologna; Carmen D’Anzi, Potenza; Monica Grilli, Torino; Carlo Salmaso, Padova; Lorenzo Varaldo, Torino; Anna Angelucci, Roma; Marta Gatti, Monza; Rossella Latempa, Verona; Girolamo De Michele, Ferrara; Guido Masotti, Lucca; Mauro Presini, Ferrara; Marcella Raiola, Napoli; Roberta Roberti, Parma; Giulia Venia, Brescia; Nicola Adduci, Torino; Angelo Antognoni, Fano (Pe); Chiara Benegiamo, Urbino; Valeria Busicchia, Cuorgné (To); Francesca Carusi, Pescara; Alessandra Catalani, Jesi (An); Marco Celeghin, Torino; Antonella Chieffa, Abbiategrasso (Mi); Alessandra Cigna, Savigliano (Cn); Daniela Costabile, Lamezia Terme; Rita Defeudis, Abbiategraso (Mi); Loretta Deluca, Leinì (To); Rossella De Paola, Viterbo; Angela Fenocchio, Torino; Antonella Gentile, Chieti; Giovanna Giugni, Trento; Ferdinando Goglia, Napoli; Daniele Grego, Torino; Lorenzo Grilli, Bologna; Tonia Guerra, Bari; Gianluca Maestra, Padova; Umberto Marzuillo, Caserta; Francesco Mele, Carpi; Barbara Monti, San
Benedetto Val di Sambro (BO); Alessandro Moretti, Padova; Valentina Palma, Torino; Angela Pesce, Bologna; Alberto Pian, Torino; Mirco Pieralisi, Bologna; Claudia Poggio, Acqui Terme (Al); Fabrizio Prestipino, Torino; Elisabetta Raineri,
Torino; Massimo Sabbatini, Roma; Mariagrazia Sala, Milano; Teresa Silvestri, Torino; Eliseo Tambone, Corato (Ba), Pina Todarello, Roma; Vanna Ventre, Torino; Amalia Zampaglione, Catania
Per adesioni e contatti: salvaguardiascuolarepubblica@gmail.com
Per partecipare all’incontro del 26:
La riunione si terrà sulla piattaforma Zoom.
1.Collegarsi qualche minuto prima dell’inizio al link: https://us02web.zoom.us/j/6973206657
2. Se chiede di installare Zoom, farlo
3. Se chiede, inserire il codice di partecipazione: 697-320-6657
4. Se chiede, inserire il nome
5. Accettare il collegamento al proprio microfono e videocamera (importante)
Se si è già utilizzato Zoom basta accedere qui: https://zoom.us/join e inserire il codice 697-320-6657
Se si utilizza un tablet, avviare l’applicazione Zoom e inserire il codice del meeting: 697-320-6657 in Join a Reunion.
Cambiare il nome che è stato assegnato di default (Dispositivo hwaway… iPad di… ecc.) con il proprio nome.
In ogni caso ricordarsi di accettare il collegamento del microfono e della videocamera con il meeting quando viene richiesto.
(per aderire: salvaguardiascuolarepubblica@gmail.com)