LO STEGONE

Durante il suo comizio il 16 maggio in piazza Duomo a Milano il leader leghista ha brandito il rosario e posto sotto la protezione della madonnina del Duomo i risultati elettorali della Lega. Nel farlo il laeder legista assume un comportamento sciamanico, ovvero ritiene di godere di particolari poteri carismatici e di influenza all’interno dell’intera comunità nazionale grazie alla capacità di circondare i suoi gesti e le sue parole di un’aura messianica e di ispirazione quasi soprannaturale. In realtà egli si pone come catalizzatore ed interprete di quella che ritiene essere la religione ancestrale di un popolo, assomma su di se la rappresentanza di quelle che ritiene essere le tradizioni della popolazione indigena del territorio, si fa portatore di un insieme di valori ideali alquando vaghi ed indistinti che sarebbero alla base dell’identità etnica della popolazione. Così facendo egli si pone come vessillifero di una religione (in)civile che della religione cristiana utilizza strumentalmente i simboli, la credulità, la superstizione, le tendenze scaramantiche. Non è dato sapere se così facendo è consapevole di cercare di cimentarsi in un vaticinio, operando una predizione di avvenimenti futuri, per ispirazione divina e per antiveggenza profetica e di capire quanto irrazionali siano i suoi desideri, quanto irragionevoli e illogiche le sue aspettative.
In ogni caso alle persone di buon senso è consigliabile prendere le distanze da tali comportamenti che possono risultare anche condivisibili quando si fa leva sulle paure ancestrali, sulla superstizione, sull’ignoranza, ma crollano di fronte ad un esame razionale dei problemi, Candidandosi ad essere il nuovo uomo della Provvidenza il leader leghista ha come unico sbocco il conflitto inter etnico, lo scontro sociale, la lotta tra le componenti più deboli della popolazione, la compressione della libertà di tutti, la negazione alla radice del principio di uguaglianza e solidarietà e comunque offende il sentimento religioso, attribuendo alla fede una funzione scaramantica. E’ quanto di peggio si può fare contro il sentimento religioso, almeno dal punto di vista di laici non credenti quali noi siamo.
Chissà che in fondo non ambisca a seguire le orme del suo epigono alla fine della sua parabola che ci auguriamo stia per concludersi.

Nota redazionale