Che c’è di nuovo… Razzismo senza pudore

RAZZISMO SENZA PUDORE

Aggressioni e spari si susseguono nei confronti di migranti e sinti con una virulenza e una scansione giornaliera di una intensità tale che non si fa in tempo a parlare di un fatto che già si verifica una nuova aggressione. Abbiamo ormai superato il livello di guardia e oggi dobbiamo dire che: Prima di tutto sono venuti a prendere gli zingari, e bisogna riconoscere che siamo stati contenti, perché rubacchiano. Ora stanno venendo a prendere i migranti perché sono neri e noi tutti stiamo zitti perché ci invadono e li troviamo fastidiosi. Poi verranno a prendere gli ebrei, e staremo zitti, perché ci stavano antipatici e un po’ di antisemitismo non guasta. Poi verranno prendere gli omosessuali (e hanno già cominciato,) e ci siamo sentiti sollevati, perché ci danno fastidio. Poi verranno a prendere i comunisti, quelli rimasti) e non diremo niente, perché non siamo o non siamo più comunisti….
Ma hanno già cominciato a prendere chiunque con le ronde che girano di notte con la scusa della difesa della legalità.
Allora, prima che non rimanga nessuno a protestare, è meglio attrezzarsi e capire che è in gioco la libertà di tutti.
Non basta indossare le magliette rosse per manifestare preoccupazione e dissenso, o mettere di mezzo i nostri corpi, ma bisogna prendere iniziative per allargare gli spazi di solidarietà, bisogna dimostrare che un altro mondo è possibile, bisogna condividere momenti d’incontro e conoscenza reciproca, di condivisione e convivialità; bisogna unirsi in sindacato per fissare il prezzo minimo della forza lavoro e impedire lo sfruttamento e la concorrenza nell’offerta delle braccia per lavorare.
Bisogna battersi per creare spazi vivibili sul territorio, per allargare ed estendere i servizi, per sostenere chi ha bisogno di un lavoro, chi lo cerca e chi lavora, per poter disporre di mezzi pubblici per raggiungere il lavoro, bisogna poter curare chi è ammalato e dare da mangiare a chi a fame. Bisogna battersi per un salario dignitoso e contro la precarietà della vita. Occorre liberarsi dal bisogno.
Bisogna sostenere la scuola pubblica e gli spazi di libertà nell’istruzione, permettendo a tutti di accedervi. Bisogna poter gustare il bello e poter accedere ai musei e al patrimonio artistico e culturale per capire che siamo un popolo. Occorre coltivare il canto e la musica e godere di questo, e su questi valori si forgia l’identità.
Ma soprattutto bisogna tramandare la memoria storica, spiegare quel che è stato e perché, fare in modo che la sopraffazione di ogni libertà non si ripeta, che non prevalga l’egoismo sociale. Bisogna conservare e coltivare la memoria delle lotte collettive, la coscienza e la consapevolezza del fatto che se siamo uniti si vince. E bisogna farlo insieme.
Occorre fermarsi e capire, rendendosi conto che è difficile e che la battaglia è dura. Bisogna colpire per primi e annientare chi ha tradito, chi ha lavorato e lavora per il nemico di classe, chi si è schierato e si schiera con i padroni. Nessun dialogo con loro, nessuna relazione, nessuna alleanza e tanto, tanto odio sociale per chi ha sposato e sposa gli interessi del nemico di classe, dicendo di rappresentare la sinistra sociale. Per costoro c’è solo l’isolamento totale di ogni rapporto nella consapevolezza che non vi è ravvedimento possibile perché chi ha tradito una volta tradirà sempre. Nessuna pietà, nessuna scusa per i figli di padri sinistri.
Solo dopo aver ripulito lo spazio vitale da tutti coloro che sono nemici giurati delle classi sfruttate si può ragionevolmente ricominciare a vivere!