COSA C’È DI NUOVO

RIACE

Raccontano in Calabria che ai tempi dell’invasione turca della Cappadocia (VIII secolo) scafisti della Repubblica di Venezia raccolsero popolazioni in fuga e le sbarcarono (a pagamento) sulle coste calabresi. I migranti si addentrarono nei monti della Sila Greca e qui si nascosero in un luogo incuneato tra le montagne, quasi invisibile, dove il sole batte poche ore al giorno. Chiamarono questo luogo Longobucco e si dettero a fare quello che sapevano fare: la tessitura di tappeti e coperte, riproducendo immagini fantastiche del loro immaginario mondo perduto. fatto di foreste incantate e di animali antichi e perduti.
In tempi recenti un veliero carico di curdi spiaggiò sul lungo mare di Riace. I migranti si diressero verso le colline e trovarono accoglienza in un paese spopolato dall’emigrazione. I tanti migranti riacesi, oggi residenti in Australia e negli Stati Uniti, informati dell’evento, misero a disposizione dei nuovi arrivati le loro case nelle quali non sarebbero mai tornati.
Il paese riprese vita e le scuole chiuse per mancanza di bambini vennero riaperte. Riace venne ripulito dai rifiuti da cooperative che si videro assegnato ad “evidenza pubblica” l’appalto per la raccolta e il trattamento dei rifiuti, cioè pubblicamente, in assemblea da tutti gli abitanti e non grazie a pratiche mafiose,o il Sindaco oltre ad affidare pubblicamente e platealmente ad abitanti del luogo la raccolta dei rifiuti senza controllare che le cooperative fossero iscritte nell’albo regionale delle cooperative? Ha accolto i migranti inducendoli a lavorare in cambio della solidarietà e dei sussidi loro dovuti, ha consentito che si dessero alla tessitura, alla produzione di ceramiche e di molte altre attività, rilanciando un’economia sana, che mandassero i bambini a scuola, riaprendole per tutti. E poi ha sposato un abitanti del luogo con una migrante favorendo così l’emigrazione!
Matrimonio combinato ! Ma i calabresi, terra di migranti, hanno esperienza in matrimoni.
I riacesi ricordano i matrimoni dei migranti, quelli in terra lontana e quelli per procura dei migranti del paese, con la sola sposa presente e il marito lontano. Sanno bene che a chi emigra non è consentita una vita affettiva e familiare serena, quale quella che il Sindaco sta cercando di dare ai nuovi venuti ! Sanno, per averlo provato nella migrazione, che mettere su famiglia finisce spesso per essere il solo modo per iniziare a costruire una vita normale in terra straniera.
Si l’attuale sindaco di Riace ha fatto tutto questo ha commesso reato di solidarietà e umanità, ha ripopolato il proprio territorio, accogliendo come hanno sempre fatto i calabresi con gli albigesi prima e con gli albanesi poi in fuga e perseguitati.
Allora gli Albigesi furono squartati dall’inquisizione e le loro teste issate sulle picche lungo le strade da un potere ottuso, stupido e razzista. Poi gli albanesi che vennero dopo di loro impararono a difendersi reciprocamente e a opporre al potere la forza della comunità, sostenuti dai loro vicini e dalla restante popolazione con la quale ancora oggi convivono in pace.
Oggi i nuovi migranti devono imparare a difendersi, impedendo ai nuovi razzisti di scacciarli. Devono saper creare un’alleanza tra i tanti migranti che stanno rivitalizzando i piccoli paesi, insediandosi nei borghi abbandonati, devono costruire un’alleanza con quelli di loro stivati in baraccamenti fantasmi ed indecenti come nella piana di Gioia Tauro, devono poter ricevere la solidarietà e l’aiuto dei tanti calabresi immigrati e di quelli ancora residenti in Calabria e di tutti.
Un’alleanza tra sfruttati non solo è giusta ma è possibile.perché tutti avessero chiaro come funzionavano le cose.
Si perché Riace si trova nella locride, in terra di ‘ndrangheta, là dove la magistratura trova il tempo per inquisire il sindaco, anche se nella sua giurisdizione si trovano le propaggini dell’Aspromonte e San Luca, comune che non elegge da anni una propria amministrazione per mancanza di candidati e a causa dell’alta incidenza delle cosche.
Ma che reati ha commesso il Sindaco oltre ad affidare pubblicamente e platealmente ad abitanti del luogo la raccolta dei rifiuti senza controllare che le cooperative fossero iscritte nell’albo regionale delle cooperative? Ha accolto i migranti inducendoli a lavorare in cambio della solidarietà e dei sussidi loro dovuti, ha consentito che si dessero alla tessitura, alla produzione di ceramiche e di molte altre attività, rilanciando un’economia sana, che mandassero i bambini a scuola, riaprendole per tutti. E poi ha sposato un abitanti del luogo con una migrante favorendo così l’emigrazione!