CHE C’È DI NUOVO

SAN CALOGERO

A San Calogero comune di 4500 abitanti dove si produce uva da vino, ortaggi, frutta, olive, agrumi e cereali, si raccolgono i pomodori come del resto in tutta la piana di Vibo Valentia in realtà la popolazione è doppia. Nella tendopoli allestita dalla protezione civile e nelle baracche del due campi per migranti vivono altrettante persone in condizioni bestiali di degrado, senza o quasi servizi igienici, senz’acqua, senza niente. La paga e di pochi euro all’ira e le ore di lavoro sono tante, da 12 a 14. ma senza di loro l’economia della piana non potrebbe funzionare e le cassette di pomodori vendute sui bordi della strada o sotto l’alto ponte della ferrovia da fruttivendoli “strutturati” non troverebbe mercato. Ma i destinatari di questa produzioni non sono i locali ma le industrie di lavorazione dei prodotti agricoli che verso le quali si dirigono i camion che imboccano la vicina autostrada.
In questo inverno si muovono i migranti più o meno regolari a offrire le loro braccia ai caporali che li sfruttano fino all’osso. Qui non c’è speranza, ce solo disperazione, sotto il controllo vigile di alcune note famiglie ndranghetiste della zona, ma con la connivenza di tutti, perché l’intera economia vive su di loro. Si, certo, c’è anche il traffico illecito di rifiuti tossici come quelli seppelliti nella Fornace Tranquilla: lo sanno tutti che provengono dalla centrale ENEL di Brindisi, come tutti sanno che il processo per questo sito sequestrato non si farà: andrà in prescrizione. Lo sa il Prefetto che ha la giurisdizione sulla tendopoli, lo sa la Procura della Repubblica che conosce bene le cosche criminali che risiedono nella vicina Limbadi, forse lo sa anche il Ministro degli Interni eletto nel collegio Calabria che arriva nei pressi della provincia di Vibo.
Già il Ministro degli Interni: gli hanno spiegato Soumaila Sacko, il migrante ucciso aveva un regolare permesso di soggiorno, era un sindacalista dell’USB che difendeva i migranti vivendo e lavorando come loro. Perciò evita di dire che era a San Calogero in vacanza perché sarebbe troppo ma coglie l’occasione per attaccare Mimmo Lucano, sindaco di Riace che ha dimostrato che l’integrazione e possibile e che l’emigrazione può essere un volano per lo sviluppo e la rinascita economica del Meridione. Lo definisce uno zero e intanto si preoccupa di bloccare ogni finanziamento Spaar al Comune.
La risposta l’hanno data ai migranti il 22 giugno manifestando in più di 2000 a Reggio Calabria al grido di SCHIAVI MAI e ricordando anche Becki Moses un’altra migrante morta alcuni giorni prima nell’incendio della sua baracca al campo di San Calogero, respinta da Riace dove aveva trovato rifugio dal Prefetto di Reggio Calabria per problemi burocratico relativi al permesso di soggiorno.
Si ha ragione il Ministro degli Interni: San Calogero e Riace sono due facce dello stesso problema o meglio due modi diversi da affrontare il problema migranti; uno mafioso, ntrangatista e di malavita e uno umano, economicamente corretto, costruttivo e solidale.
Chissà quanto impiegheranno i partiti della sinistra, riformista e non e gli stessi italiani a capirlo!