COSA C’È DI NUOVO

MACRON BUTTA LA MASCHERA

Macron da il via al suo programma e finisce nella polvere l’aureola di europeista e di innovatore che si era costruito negli atelier dei pubblicitari della politica. Il Presidente francese, presentato come un campione dell’europeismo, sta picconando l’Unione Europea a cominciare dalla politica estera, allineandosi sulle posizioni inglesi e americane nella crisi siriana.
Intanto vara la sua politica di riforme, progettando di realizzarne almeno 6 in 18 mesi con la tecnica del rullo compressore: imposizione di uno scontro generale fatto di un dosaggio di leggi e ordinanze amministrative. L’obiettivo é quello di una spinta in direzione neoliberista, smantellando i servizi pubblici a cominciare dai trasporti su rotaia con la soppressione del monopolio del SNCF, la riforma dell’impiego pubblico, del mercato del lavoro (formazione professionale, l’assicurazione contro la disoccupazione, codice del lavoro, patto con le imprese, pensioni) per procedere poi con la lotta alla violenza sessuale, con la legge sulle abitazioni, la riforma penale, il tutto coronato da una riforma costituzionale. Interventi ulteriori sono annunziati anche sulla regolamentazione del mercato audiovisivo, sulla riforma del diritto d’asilo e dell’immigrazione, la fiscalità, l’agricoltura e l’alimentazione. In risposta al programma del Presidente la Francia sta andando incontro a un’ondata gigantesca di scioperi a giorni alterni con un calendario che arriva per ora fino a giugno.
Il principale punto di attacco è il trasporto ferroviario. Macron vuole porre fine status giuridico del ferroviere che prevede la garanzia del posto di lavoro per tutta la vita, una retribuzione inizialmente bassa, ma che aumenta meccanicamente, il pensionamento a 52 anni per quelli che fanno servizio a rotazione di giorno e di notte e a 57 anni per gli altri. Il governo vuole eliminare gradualmente questo status per le future reclute SNCF. Nello stesso tempo il trasporto ferroviario dovrà aprirsi alla concorrenza, che si estenderà gradualmente dal 2019 al 2033, permettendo ai privati di utilizzare con i loro treni la rete ferroviaria francese e introducendo una logica di mercato che preoccupa i difensori del servizio pubblico di qualità. Ciò che si vuole evitare che è che vengano privatizzati i servizi ad alta redditività e lasciati allo Stato quelli onerosi e di valenza sociale.
Consapevole dell’entità dello scontro eper dividere il fronte di lotta il Governo consente che la Regione dell’Île-de-France sfugga alla regola generale “data la sua densità, il lavoro in corso e il futuro, e anche i volumi di traffico” che in effetti sono altissimi e coinvolgono giornalmente un milione e settecentomila utenti.
Per attenuare le resistenze dei ferrovieri si prevede che “I dipendenti interessati manterranno il loro livello di remunerazione al momento del trasferimento, il beneficio del piano pensionistico speciale, nonché la garanzia di lavoro” e i passaggi da una società all’altra saranno “su base volontaria”, Malgrado queste concessioni il disegno di legge presentato dal Consiglio dei ministri il 14 marzo prevede una modifica dello status giuridico della SNCF: l’ente pubblico di natura industriale e commerciale (Epic) verrebbe trasformato in una società per azioni (SA), primo passo verso una possibile privatizzazione, come è avvenuto con France Télécom nel 1997 … che alla fine e divenuta Orange. Contro il progetto strategico di privatizzazione del servizio pubblico, che si dichiara dovrebbe risolvere il problema del debito” (46,6 miliardi di euro alla fine del 2017 per SNCF Network) e quello dei malfunzionamenti, ma che in realtà è richiesto dall’Europa, è diretta l’ondata di scioperi. Intanto lo sciopero inizialmente condiviso dal 46 % dei francesi, che trovano il movimento “giustificato”, è aumentato di 4 punti in due settimane, mentre i sostenitori della riforma rimangono leggermente la maggioranza ( 51 %).
Secondo l’esperienza di precedenti lotte il consenso crescerà mano a mano che aumenteranno – e sta già avvenendo con il personale del trasporto aereo – le altre categorie di lavoratori che scenderanno in sciopero.
Appuntamento a maggio.